Undici vittorie, due pareggi e due sconfitte: è questo il bilancio del Catanzaro nelle ultime 15 partite. Un rendimento quasi da promozione, con 35 punti conquistati. Una media di 2,33 punti a gara, inferiore solo alla capolista Ternana, che nello stesso periodo di punti ne ha conquistati 38, ma che è stata sconfitta al Ceravolo. Per il resto, questa classifica parziale, dice che l’Avellino di punti ne ha conquistati 30 e il Bari appena 19. Ma perché parliamo di queste ultime 15 giornate?

La svolta 

Perché c’è una gara che probabilmente ha rappresentato la svolta per le aquile. Ed è quella giocata lo scorso 3 febbraio. È un mercoledì. Turno infrasettimanale di Serie C. Si scende in campo per disputare la 22ª giornata. Per il Catanzaro un impegno che sembra agevole. Si gioca in casa della Paganese, ultima della classe, che fra l’altro non ha mai vinto fra le mura amiche. Anzi, ha praticamente sempre perso: 1 pareggio e 8 sconfitte. Dovrebbe essere facile, per il Catanzaro, aver ragione dei campani. E invece le aquile cadono clamorosamente al Marcello Torre, punite dalla rete di Raffini in avvio di ripresa. Al termine di quella giornata il Catanzaro era 7° in classifica, dietro alla capolista Ternana, ma anche al Bari (che addirittura aveva ben 10 punti di vantaggio sui giallorossi), al Catania, al Teramo, al Foggia e all’Avellino.

Sogni ad alta quota 

A distanza di quasi tre mesi, la prospettiva è ben diversa. I giallorossi hanno cambiato marcia, hanno battuto quasi tutte le squadre di alta classifica, steccando solo due volte, sempre al Ceravolo, sempre in maniera del tutto immeritata. Dapprima hanno perso contro la Casertana, ma dopo aver dominato per oltre un’ora, sfiorando ripetutamente il vantaggio. Quindi ecco l’ormai noto ko con l’Avellino, per via della rete in fuorigioco di Bernardotto. Per il resto, da quel 3 febbraio, appena due pareggi e tante, tantissime vittorie. Tre mesi vissuti ad alta quota e adesso bisogna completare l’opera, domenica contro il Monopoli, per poi dedicarsi ai play off.