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I primi calci ad un pallone nell’Imola in Interregionale. Poi passa al Russi, sempre tra i dilettanti. La grande chance arriva nel 1985. Quando lo chiama il Cosenza affidato a Gianni Di Marzio. Bergamini ha 23 anni. Per il tecnico rossoblu sarà l’uomo in più per tecnica ed equilibrio tattico della sua squadra. Gioca praticamente in tutti i ruoli. A Cosenza si fa le ossa e nella stagione ‘87/’88 conquista la promozione in Serie B giocando 32 partite su 34. Prende palla. La ruba agli avversari. Recupera e riparte. Sempre a testa alta. Le ragazze lo adorano. Per i ragazzi è un modello da seguire. Denis ama fare i gavettoni, gli piace vestire bene ma la sua vera passione sono le auto. Di grossa cilindrata. Compra un Maserati bianca. Ormai è “esploso”. Si infortuna ma il suo rientro è fondamentale per un’altra intensa annata made in Cosenza. Su di lui puntano i riflettori Parma e Fiorentina. Le offerte sono importanti. Ma lui rifiuta. Anche perché il Cosenza gli offre un contratto da 200 milioni l’anno. Una “follia” a quei tempi. Soldi che Denis, però, non si godrà mai. Perche il 18 novembre di quell’anno, era il 1989, viene trovato morto sulla strada statale 106 Jonica.
L’addio tra migliaia di tifosi
Al suo funerale partecipano 20mila persone. Cosenza ed i tifosi silani non si sono mai dimenticati di lui. A Bergamini è intitolata una tribuna dello stadio. Una piazza. Il 30 luglio di quest’anno la maglia numero 8, la sua maglia, è stata ritirata definitivamente. Nessuno in riva al Crati indosserà più quel numero. Chiuso in una teca. Come i tanti misteri legati alla sua morte che la Procura di Castrovillari, 28 anni dopo, ha rimesso in discussione.