Nell'anno ormai agli sgoccioli registi, attori, e non solo hanno portato la Calabria alla ribalta internazionale
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Tutto inizia con il David di Donatello 2018 che Jonas Carpignano stringe con orgoglio e dedica ad una realtà difficile come quella degli zingari di Gioia Tauro, quella raccontata nella sua “A Ciambra”. Pellicola che sarà poi candidata per l’Italia agli Oscar. Ma la statuetta quella sera su Rai 1 la conquista un altro regista, calabrese, Alessandro Grande per il suo corto “Bismillah”. Anche quest’opera viene poi riconosciuta fuori dall’Italia con premi molto ambiti in Russia, Gran Bretagna, Spagna, Corea e India. E proprio all’estero la storia del regista Grande si incrocia con un altro indiscusso talento calabrese Marcello Fonte, entrambi ad Hollywood per l'Oscar Race 2019.
Genio e simpatia, Marcello Fonte le mostra ad ogni sua apparizione, a cominciare dal momento in cui viene decretato uno degli attori migliori al mondo al festival di Cannes per la sua interpretazione in "Dogman" di Matteo Garrone. Non dimentica le sue umili origini neppure mentre stringe la Palma d’oro: ricordando un episodio da bambino nella sua Calabria quando sognava che il rumore della pioggia battente fosse in realtà il suono degli applausi per lui. E continua a scherzare anche quando fa il bis di vittorie a Siviglia agli Efa: il migliore attore d’Europa sostiene che ci fossero altri concorrenti più bravi di lui.
E poi una vittoria non scontata quella di Monterosso agli Oscar della moda sostenibile per aver mantenuto una tecnica tradizionale di tintura dei capi a base di grafite, simbolo di quel territorio e ripresa da un brand internazionale. Alla Scala di Milano, Colin Firth premia la delegazione del piccolo comune dell’entroterra vibonese che si ritrova tra star hollywoodiane e magnati della green economy.
Un 2018 patinato per la Calabria, portata alla ribalta internazionale da registi, attori e non solo con l'augurio che il nuovo anno non sia da meno.