Questa prima serie di incontri televisivi con i protagonisti di mestieri sempre più rari è di 11 puntate, della durata di 15 minuti ciascuna. Si comincia con Cosimo Rombolà, di Brattirò, in provincia di Vibo Valentia, che è un vasaio.

“Ho girato – dice Caracciolo – con una “Reflex”. E l’innovazione di questi video racconti è, potremmo dire, il punto di vista. La fotocamera rimane immobile in ogni inquadratura, non segue il personaggio, ma è il protagonista che si muove nell’inquadratura. E così tutto ciò che fa il soggetto è naturale, senza che la macchina disturbi in alcun modo le vicende del protagonista. Una storia che si racconta da sola, senza l’intervento del giornalista e senza voice off. Soltanto immagini, effetti e voce del soggetto. Per realizzare ogni puntata ho girato una giornata ed ho montato direttamente in macchina, come si dice, cioè senza lavoro di montaggio a posteriori”.

 Un altro esperimento televisivo, insomma, per Salvatore Caracciolo, già “sperimentatore” con l’intervallo, una delle peculiarità dell’emittente dell’editore Maduli. “Anche per l’intervallo –  continua Caracciolo – ho applicato lo stesso concetto: fotocamera ferma e soggetto che si muove nell’inquadratura per raccontare il territorio calabrese con delle immagini che ne descrivano le caratteristiche”. Il fotografo de “LACTV” ha realizzato anche un altro interessante reportage sugli extracomunitari immigrati che vivono nella tendopoli di Rosarno, “Nera la notte”, andato in onda in prima visione lo scorso 29 gennaio e che viene riprogrammato, di tanto in tanto, sulla tv regionale che ha la sede principale a Vibo Valentia. “Con loro ho vissuto due giorni per poter raccontare il loro dramma”.

Fonte: giornalistidazione.it