I professionisti del settore di Agis e Assomusica fanno appello al presidente ff Spirlì. Mancanza di ristori, avvisi depauperati e anomalie fanno temere per il futuro
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Punteggi, ammissioni ed esclusioni incomprensibili, nonché la richiesta pregiudiziale da parte della Regione dello svolgimento dell’attività durante i lockdown. E poi, ancora, nessun ristoro da parte della Regione Calabria. Francescantonio Pollice, coordinatore regionale Agis Calabria (Associazione generale italiana dello spettacolo), Ruggero Pegna e Gianlugi Fabiano, rappresentanti Assomusica Calabria (Associazione italiana dei produttori e organizzatori di spettacoli di musica dal vivo) rinnovano l’appello ad un incontro al presidente facente funzioni Nino Spirlì.
I lavoratori dello spettacolo
Partendo dal dato che quello dello spettacolo «è diventato una delle principali industrie della Calabria, regione col più alto tasso di disoccupazione dell’intero Paese, un settore che offre lavoro in modo diretto e indiretto a migliaia di addetti, in gran parte giovani, che negli anni hanno arricchito il loro bagaglio di conoscenze, specializzandosi nelle varie attività connesse al mondo dello spettacolo dal vivo», Pollice, Pegna e Fabiano, sottolineano che «dal 2001, infatti, non solo sono venuti a mancare i normali sostegni sempre assicurati da ogni giunta regionale, prima attraverso la Delibera di giunta regionale n. 412 del 2001 L.F. 2001 – Art. 9 comma 25, regolamento di attuazione degli interventi in materia di Spettacolo, poi con la Legge regionale n. 13 del 28 marzo 1985 art.65 Organizzazione e sviluppo del Turismo in Calabria, ma si è cambiata visione e filosofia rispetto agli Avvisi per grandi festival storicizzati e grandi eventi per la valorizzazione dei beni culturali e il rafforzamento dell’offerta culturale in Calabria».
Budget ridotto
«Si è ridotto il budget complessivo – fanno sapere i professionisti - ben sapendo che così si sarebbero potuti finanziare solo sei o sette Festival, ignorando che la stessa Regione aveva da anni storicizzato ben dodici festival e altri potrebbero legittimamente inserirsi. A questa discutibile decisione, si è aggiunta la cancellazione della linea che assegnava un contributo di centodiecimila euro a decine di altri Festival, improvvisamente definanziati e annullati o drasticamente ridimensionati».
«Come se non bastasse, il citato bando per il Marchio Grandi Eventi si è trasformato in una commedia all’italiana: la graduatoria prevista a fine agosto è arrivata addirittura lo scorso uno aprile, dopo l’annullamento di una prima graduatoria redatta entro i termini previsti dall’avviso pubblico, con la sostituzione della Commissione che l’aveva stilata e del Responsabile del procedimento, nonchè l’avvicendamento di dirigenti ad interim ecc. La seconda commissione – si legge ancora nella nota - nominata a bando abbondantemente scaduto, costituita da indiscusse professionalità nel campo del dissesto idrogeologico, protezione civile, gestioni rifiuti, che sia chiaro rispettiamo, ma certo non esperte del settore, ha prodotto una graduatoria provvisoria subito contestata, con la conseguente paralisi di tutto il settore per via di ricorsi e atti giudiziari avviati da quasi tutti i partecipanti, inclusi buona parte degli aggiudicatari provvisori ai quali, paradossalmente, non si vuole concedere il finanziamento per mancata realizzazione dell’attività durante il lockdown».
Appello a Spirlì
«Qual è la ragione di tutto questo? Quale visione strategica sottende a queste scelte? Quali sono i motivi che scientemente portano nella direzione della distruzione dell’industria culturale dello spettacolo dal vivo calabrese?» si chiedono i professionisti che sottolinea che «peraltro, si depotenzia il settore proprio nel momento in cui il ministero della Cultura aggiunge 32,5 milioni di euro al Fus 2021 destinati alle nuove istanze, impedendo così agli operatori calabresi di concorrere a causa del mancato e indispensabile cofinanziamento regionale».
«Invitiamo allora il presidente, la sua giunta, le forze politiche di maggioranza e opposizione ad un tavolo di confronto per delineare le prospettive future del nostro settore, ben consapevoli che l’industria dello spettacolo dal vivo in Calabria, costruita in decenni di sacrifici, ha acquisito affidabilità e credibilità nazionali superando lo scetticismo di produzioni e artisti, ha formato personale tecnico e di servizi di caratura assoluta, ha regalato grandi emozioni a centinaia di migliaia di fruitori dei nostri spettacoli che – concludono - come percepiamo, desiderano rivivere non appena l’affievolirsi dell’emergenza pandemica lo consentirà».