"Com’è ancora umano lei, caro Fantozzi": è questo il titolo dello spettacolo teatrale scritto, diretto e interpretato da Anna Mazzamauro e dedicato al ricordo dell’indimenticabile personaggio di Paolo Villaggio. Un racconto che attraversa i 10 film di successo usciti dal 1975 al 1999. Venticinque anni in cui Anna Mazzamauro lega indissolubilmente il suo volto a uno dei personaggi principali della serie di film: quello della signorina Silvani, collega del ragionier Ugo Fantozzi che della Silvani era perdutamente innamorato. 

Sotto i riflettori dell’Auditorium Comunale di Roccella Jonica, all’interno della programmazione della XXX Stagione Teatrale della Locride, l’attrice, che lo scorso primo dicembre ha compiuto 85 anni, ha portato tutta la sua travolgente e intelligente ironia nonché autoironia. Accompagnata musicalmente dal talentuoso polistrumentista Sasà Calabrese, Mazzamauro ha fatto rivivere al pubblico alcune tra le scene più belle, con aneddoti e dietro le quinte legati ai personaggi e ai loro interpreti, raccontando momenti di vita vera assieme a svantaggi e privilegi di essere, nell’immaginario di tutti, la signorina Silvani.

«Un privilegio o una condanna? Essere per tutti la Silvani è entrambe le cose - ha spiegato l’attrice -. Facendo teatro, la Silvani è stata un pò pesante in questi anni. Mi ha fatto allontanare Medea e tutto quel teatro che avrei voluto fare. Però poi penso: chissà quante attrici, mie colleghe, avrebbero voluto essere sepolte dalla Silvani e diventare famose. Sicuramente però - aggiunge - nel mio prossimo spettacolo massacrerò il ritratto della Silvani come il ritratto di Dorian Gray, e lo farò per non parlarne più (ride ndr)».