FALERNA – La Calabria è costituita da una miriade di piccoli comuni, che non offrono rilevanti opportunità di socializzazione. Ciò a causa dell’emigrazione e del conseguente spopolamento, che svuota i territori del loro capitale umano. A risentire del fenomeno, sono soprattutto i giovani, costretti a lasciare per ragioni di studio o per sfuggire alla disoccupazione dilagante.
All’interno della comunità falernese, quegli stessi giovani, invece di soccombere al disagio, sono stati germi di cambiamento, dando vita, nel 2014, al Centro di aggregazione giovanile falernese. La struttura, sorta in seno all’associazione “La Giostra – Idee in movimento”, ha come mission l’integrazione e l’inclusione sociale, mediante attività ludiche, culturali, sportive e di animazione. Il Centro promuove, quindi, iniziative ricreative, proponendo, altresì, spunti di conoscenza e di approfondimento: tra questi, corsi, dibattiti, feste ed eventi pubblici.
Il Centro di aggregazione vive di risorse proprie e di autofinanziamento, non ricevendo alcun contributo pubblico, nonostante la rilevanza sociale e le ricadute positive del suo agire. Malgrado le oggettive difficoltà, la credibilità del sodalizio è costantemente cresciuta. A testimoniarlo, un picco di iscrizioni: sono oltre centoventi, infatti, le ragazze ed i ragazzi che aderiscono alle attività ed agli ideali del Centro. Ideali che, tuttavia, devono scontrarsi con la durezza e la crudezza della realtà, nonché con le ingenti ed insostenibili spese gestionali. Spese su cui grava, come un macigno, l’esponenziale rincaro delle tariffe, relative alle imposte comunali. Aumenti orientati all’elevazione delle entrate ed a fronteggiare, tra l’altro, i corposi mutui contratti dal municipio.
«È curioso come, tra i mutui a carico dell’Ente, vi siano oltre 460mila euro destinati proprio alla realizzazione di un centro di aggregazione giovanile. Centro che, ad oggi, non esiste e per cui il Comune paga, dal 2013, una rata annua di quasi 33mila euro. Rata che graverà sul lavoro e sulle tasche dei cittadini fino al 2037. Sarebbe opportuno che l’Ente desse spiegazioni alla collettività, considerate le cifre e l’importanza di quest’opera irrealizzata». Così si legge in una nota, stilata dall’associazione “La Giostra”.
«Non valorizzare, non coinvolgere, non comprendere il ruolo sociale dei giovani, in una realtà circoscritta come la nostra, è una visione miope», afferma Loris Cario, presidente e socio fondatore de “La Giostra”. «Falerna ha bisogno di questo Centro, che offre occasioni di condivisione, di educazione alla socialità, in un contesto povero di opportunità. Così facendo, il nostro gruppo contribuisce a contrastare i pericolosi fenomeni di marginalità e di devianza. Pensiamo che i giovani non rappresentino solo il futuro bensì il presente di ogni comunità: è da loro che devono scaturire le ragioni del cambiamento e la forza propulsiva per il miglioramento sociale». Per tali ragioni, conclude Cario, «ci auguriamo che la chiusura del Centro, programmata per il 30 giugno, sia solo temporanea. Nel frattempo, seguiteremo a fare la nostra parte, animando il territorio e rendendolo più vivibile ed accogliente, portando avanti il lavoro svolto nelle nostre sedi, a partire dal 2011».