I tempi sono stretti e le indicazioni sono chiare: si tratta di una procedura di selezione, per cui «priva delle caratteristiche concorsuali», che non determina alcun diritto al posto, ne presuppone la redazione di una graduatoria finale».

 

L’ultima parola, inoltre, toccherà «al presidente della Film commission ed al Presidente della giunta regionale, che attingeranno all’elenco per procedere alla nomina, utilizzando il criterio della comparazione degli elementi curriculari nel rispetto del principio di non discriminazione, proporzionalità e trasparenza, tenendo conto delle competenze, delle capacità tecnico professionali, in relazione alle esigenze e finalità della Fondazione».

 

Insomma, la scelta del nuovo direttore artistico dell’ente a partecipazione pubblica, predisposto all'attrazione di produzioni cinematografiche ed audiovisive nella regione Calabria, passerà attraverso la discrezionalità, ma non senza aver lasciato lungo la via della designazione diverse perplessità.

Ad iniziare da quelle sui requisiti richiesti, troppo generici, secondo il consigliere regionale della Casa delle libertà Gianluca Gallo, «perché, laurea a parte, non si prevede alcun termine minimo di precedente impiego od occupazione nel settore ed i requisiti richiesti non trovano riscontro neppure negli analoghi avvisi pubblicati nel tempo dalle altre Film Commission d’Italia».

 

Le ragioni di tutto questo sarebbero ovvie: «Ridurre al minimo i termini di partecipazione vuol dire limitare la platea dei possibili partecipanti – spiega infatti Gallo -. Non inserire tra i criteri una durata minima delle esperienze pregresse significa parificare chi di esperienza ne ha accumulata tanta a chi, magari, ha ricoperto incarichi simili anche solo per un giorno. Infine, ricondurre ogni valutazione in capo ai due presidenti vuol dire non offrire ai partecipanti garanzia di obiettiva imparzialità, rendendo l’intera procedura più simile a quella dell’individuazione di un componente di staff che non a quella invece prevista per il conferimento di incarichi per i quali è necessaria una documentata e consolidata professionalità, inoltre attesta la volontà del governatore, il cui mandato è ormai scaduto, di continuare a sfornare, in maniera inopportuna e giuridicamente discutibile, nomine ed incarichi».

Insomma i giochi sembrerebbero già fatti, a meno di un cambio di rotta «teso a scacciare ogni possibile ombra dall’avviso ed a rendere ancor più qualificato e produttivo il cammino della Fondazione», magari partendo proprio dall’immediata proroga dei termini di partecipazione che scadranno ancora prima della fine del mese di novembre.