Una riforma che, a loro dire, fa acqua da tutte le parti e rischia di aggravare ancora di più la pesante situazione di precarizzazione del corpo docente italiano. Ecco perché hanno letto insieme la Costituzione e cantato l’inno d’Italia. Ecco perché non mollano di un centimetro rispetto alle loro posizioni. E le proteste contro la riforma renziana si stanno tenendo oggi in tutta Italia nonostante il ministro Boschi abbia cercato di tranquillizzare gli animi, dando disponibilità a rimettere mano al testo del disegno di legge.


Un disegno di legge che lascerebbe ai presidi la discrezionalità di scegliere il corpo docente, senza tenere conto di graduatorie e punteggi.
Una riforma definita dai docenti incostituzionale e aziendalista, volta a favorire un sistema clientelare. Oltre a chiederne il ritiro totale, gli insegnanti chiedono, contestualmente, l’assunzione con un decreto a parte dei precari che per sentenza della Corte Europea, avendo raggiunto i tre anni di servizio, dovrebbero essere regolarizzati.