VIDEO | Presidente di giuria nella kermesse organizzata nel suo paese d'origine, l'artista ha commentato anche la recente nomina alla guida della Film commission: «Ho incontrato Grande, può essere l'uomo giusto»
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«Bisogna rendersi conto che in Calabria ormai abbiamo dei nuovi talenti cinematografici internazionali ed approfittare di questa rifioritura dell’arte nostrana per investire con ancora più convinzione sui giovani». Così il regista Mimmo Calopresti a margine della prima serata del Festival della Cultura cinematografica Città di Polistena, commentando il recente successo di Swamy Rotolo, la 17enne di Gioia Tauro vincitrice del David di Donatello come migliore attrice protagonista. «Non prendere atto di questa nuova stagione – ha proseguito Calopresti citando il cinema di Jonas Carpignano – significa continuare a raccontare una regione piena solo di negatività: l'inflessione e la lingua calabrese ci fanno diventare internazionali».
Il regista è tornato nel suo paese d’origine, in realtà lo fa spesso, perché presidente di giuria della sezione dedicata ai Corti, consegna che ha fatto da preludio alla serata conclusiva – in programma il 10 giugno – quando i protagonisti saranno l’attrice Ester Pantano, Lina Siciliano, Domenico Centamore e Francesco Montinari. «Da qualche tempo – ha proseguito Calopresti rispondendo sui suoi programmi futuri – ho conosciuto alcuni ragazzi che vivono a Roma, che sanno scrivere ottime sceneggiature, e mi piacerebbe impegnarmi con loro per promuovere delle nuove produzioni».
Il regista inoltre è intervenuto sulla recente polemica, dopo la nomina dello stilista Anton Giulio Grande quale commissario della Calabria Film Commission: «L’ho incontrato proprio in questi giorni a Roma, mi ha fatto una buona impressione il suo amore per l’arte, e chi sa che questa formula non si riveli giusta». Infine, Calopresti ha riconosciuto i meriti dell’associazione Marafioti che, presieduta da Piero Cullari, organizza fra tante difficoltà il Festival: «Il cinema fa sognare e far sognare in provincia è certamente un’azione che lascia di più il segno, ecco perché è senz’altro da incoraggiare il loro impegno».