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"Anime Nere", il film sulla ‘ndrangheta di Francesco Munzi, sbanca al David di Donatello 2015 e aggiudicandosi ben 9 statuette. Un successo inaspettato quello del film di Munzi (miglior film, regista, canzone originale, produttore, fonico di presa diretta, fotografia, montatore, sceneggiatura, musicista)che scava fino alle radice della ‘ndrangheta. Ambientato in quello che è stato definito il buco nero della Calabria cioè Africo, nel reggino, “Anime nere” racconta la storia di tre fratelli che si riuniscono nel loro paese natale, tra le montagne selvagge dell'Aspromonte. Uno di loro è sempre rimasto lì, due sono migrati al nord, riuscendo a fare soldi, anche in maniera illegittima. Tutti però dovranno confrontarsi con la storia della loro famiglia e con un passato che riemergerà con una violenza devastante.
La pellicola è tratta dal libro di Gioacchino Criaco e interpretato da Fabrizio Ferracane, Marco Leonardi, Peppino Mazzotta, Giuseppe Fumo, Barbora Bobulova.
«Sono contento per il numero di premi perché va a premiare quello che è stato un vero lavoro collettivo». «Mi stavo scoraggiando - ha spiegato Munzi - ma poi ho incontrato Gianni Amelio, un regista che con il suo cinema sociale è stato sempre un punto di riferimento, sono cresciuto con i suoi film, e lui mi ha dato un consiglio utilissimo - racconta -. Mi ha detto che dovevo essere come una pallina da ping pong che rimbalza contro il muro, tornare a insistere e insistere fino a riuscire a fare il mio film. Ho seguito il suo consiglio e aveva ragione». Quello che proprio Munzi non si aspettava è il David come miglior film: «Tant'è che dopo quello come miglior regista mi ero rilassato, la battaglia era durissima in quella cinquina».
Munzi, nei ringraziamenti non ha dimenticato la Calabria, ambientazione della storia: «Ieri un quotidiano calabro ha titolato 'La Calabria vuole il podio... siamo lieti di averli accontentati» dice sorridendo. Continuare a parlare dell'influenza delle organizzazioni criminali sulla vita della gente, come ''ho fatto in Anime nere, è importante, e soprattutto se lo si fa in modo corretto. Io ho scelto le storie delle persone, perché così si sbaglia meno». Il regista è molto contento anche del successo che sta riscuotendo all'estero il film: «È già stato venduto in 25 Paesi e sta uscendo anche in posti che non ti aspetti, come gli Stati Uniti». Ora «mi godo un po' questo successo ma non bisogna fare troppo le cicale, inizierò presto a pensare al prossimo progetto».