Viene accolto con grande entusiasmo nelle zone di guerra Marco Rodari, in arte il clown Pimpa che da circa 10 anni porta un sorriso là dove la guerra ha lasciato solo macerie e distruzione. Non solo spettacoli di magia ma anche un sostegno alimentare e medico alle famiglie bisognose, un aiuto concreto laddove c’è veramente bisogno. Arriva con un naso rosso, una valigia di cartone e tanta allegria ed è subito una grande festa. «Lavoro principalmente tra la striscia di Gaza, l’Iraq e la Siria – ha raccontato Marco - ed è davvero incredibile quando ogni volta dopo una guerra, durante una guerra o nel bel mezzo di una tragedia, i bambini comunque riescano a sorridere e a meravigliarsi. E questa è la lezione più grande che io porto a casa».

«I giovani siano portatori sani di pace»

Una lezione che il Pimpa, originario di Varese, ha deciso di raccontare agli studenti italiani. Lo incontriamo all’Istituto delle Figlie di Maria Ausiliatrice di Soverato dove, su iniziativa delle salesiane cooperatrici,nell'ambito dei festeggiamenti per il 75° anniversario della presenza dell'Istituto in città, scherza e gioca con i bambini della scuola dell’infanzia e della primaria, dove dialoga con i ragazzi della scuola secondaria di primo grado e del liceo. Un’occasione per far riflettere sul valore della vita e fare di quei giovani dei portatori sani di pace. «In un mondo in cui si ricerca solo il divertimento, forse questo è veramente un modo di far conoscere delle realtà che meritano la nostra attenzione e la nostra solidarietà» ha commentato suor Ausilia De Siena, direttrice dell’istituto.

La speranza nel futuro

«Siamo rimasti colpiti dalla reazione dei ragazzi. È stato un momento bellissimo» ha aggiunto Maria Angela Circosta, responsabile delle salesiane cooperatrici. Dunque una giornata intensa in cui il protagonista assoluto è stato il sorriso, lo stesso che il Pimpa dona in ogni suo viaggio ai bambini che portano addosso i segni della guerra. «È bellissimo rivedere i bambini sorridere. Ed è straordinariamente straordinario vedere le reazioni degli adulti, dei vecchi che non hanno più il tempo di ricostruire, perché la ricostruzione è infinita, che vedendo il sorriso dei bambini tornano a sperare in un futuro decente, possibile».