«Dopo un anno e mezzo volevamo riprendere il filo, ripartire sì, con tanti sacrifici perché non è facile, ci sono dei protocolli da seguire, il pubblico ammesso agli spettacoli sarà limitato, però era necessario dare una spinta, alzare il volume della musica, far sentire che ci siamo, siamo pronti».

Maurizio Senese, uno dei promoter calabresi più attivi ha appena messo a punto i bis delle date di Francesco De Gregori (il 5 agosto al Teatro Castello di Roccella Jonica e il 6 al Parco Scolacium di Borgia, Catanzaro) e Max Pezzali (il 16 e 17 agosto al Teatro Castello di Roccella Jonica), e a un mese e mezzo dallo start dei live, guarda i numeri dei ticket venduti in prevendita e sorride. «Sentivamo che la gente avesse voglia di partecipare di nuovo ai concerti ma posso dire le cose stanno andando meglio di quanto avessi immaginato».

Sacrifici necessari

Ma se anche la musica sarà la stessa, le modalità di partecipazione ai concerti non sarà quella di prima. «I protocolli saranno quelli dei 1000 paganti anche se la struttura può ospitarne tre volte tanto – dice Senese -. Le condizioni non sono “normali”, dobbiamo dire la verità: avere cinque mostri sacri della musica come Mannoia, Pezzali, Nannini, De Gregori, Biondi, con un limite così basso di spettatori ammessi e con biglietti venduti alle solite tariffe, ci ridurrà gli incassi del 60-70%. Ma la voglia di ricominciare era tanta, e forse non è il momento di pensare ai guadagni, non adesso. Però i sacrifici ci sono, inutile nasconderlo, almeno per gli organizzatori che non attingono da fondi pubblici, soldi regionali per intenderci, ma investono di tasca loro, prendendosi dei rischi aziendali sulle proprie spalle. Ma non si poteva rinviare, il mio pensiero fisso in tutto questo periodo pandemico, sono state le centinaia di persone che lavorano dietro le quinte degli spettacoli e che da un anno e mezzo sono rimaste senza stipendio. Per costruire un futuro nromale da qualche parte si doveva ricominciare».

I protocolli all’ingresso

Per gli spettatori niente green-pass e nessun obbligo di mascherina (così come stabilito al livello nazionale), resta solo la misurazione della temperatura all’ingresso. «Abbiamo strutture molto ampie, alcune addirittura così capienti da poter contenere tre volte tanto il pubblico ammissibile, quindi il distanziamento ci sarà senza bisogno di mostrare green pass. Per quanto riguarda le mascherine, ognuno deciderà se indossarle o meno ma col distanziamento tutti potranno sentirsi al sicuro e godersi lo spettacolo».