Nelle sale del Cittadella regionale è stato presentato, nel corso di una conferenza stampa, lo spettacolo teatrale "La notte di Natale". L'opera di Vincenzo Padula verrà rappresentata il prossimo 30 dicembre ad Acri nel Palazzo Sanseverino-Falcone, in chiusura – informa l'ufficio stampa della Giunta -  della IX edizione dell'omonimo Premio nazionale.

 

“Con questa rappresentazione – ha sostenuto Giuseppe Cristofaro, presidente della Fondazione Vincenzo Padula - si chiude il programma culturale della IX edizione del Premio che per noi ha un valore complesso che termina con la premiazione ma che ha inizio a giugno e che, per sei mesi, si caratterizza con una serie di iniziative in cui è protagonista la poesia ma anche la musica, la narrazione, l'arte, l'associazionismo. Notevole successo ha riscosso quest'anno il Festival del libro per ragazzi con circa 4000 presenze e più di 1800 ragazzi che hanno letto libri, incontrato gli autori-narratori e frequentato laboratori di scrittura. La premiazione dei vincitori delle varie sezioni in concorso: Clara Sanchez, Pier Luigi Vercesi, Giuseppe Tornatore, Francesco Bevilacqua, Raffaele Cirino, Michele Albanese e Carmine Abate è il coronamento di tutto ciò. Venerdì la conclusione con con la messa in scena dello spettacolo teatrale 'La Notte di Natale', ispirato ad uno dei lavori più noti di Padula”.

 

Giuseppe Abbruzzo, voce narrante del poemetto dialettale e studioso di Padula, ha illustrato la rappresentazione leggendo alcuni brani, accompagnato alla chitarra da Pino Coschignano, musicista e produttore dei suoni della “Notte di Natale”. “Lo svolgimento del poemetto – ha affermato - è quello del racconto che facevano le nostre nonne: non si tratta della nascita di Gesù a Betlemme ma di un bambino nato dalle nostre parti. Padula, come i nostri anziani, descriveva fatti come se fossero realmente accaduti”.

 

La regista e attrice Laura Marchianò, sulle note di Coschignano, ha recitato la “ninna nanna” di Vincenzo Padula ed ha spiegato la messa in scena della “Notte di Natale. “Avevamo bisogno – ha spiegato - di dare un altro senso a questo lavoro. Sentivamo la necessità di avvicinare il testo classico alla vita di oggi, per non restare insensibili a quello che accade in Siria e sulle nostre coste. Lo spettacolo inizia, infatti, con le percussioni per riecheggiare gli spari e i bombardamenti. La messa in scena è affidata ad un gruppo di attori e musicisti calabresi che lo proporranno mettendo in risalto valori come l'accolgienza e la solidarietà, ponendo l'attenzione sul fenomeno dell'immigrazione dei giorni nostri. Quindi la rappresentazione vuole essere un momento celebrativo del Natale: con la fuga di Maria e Giuseppe a Betlemme, ma anche metafora del presente: con la migrazione dei popoli che fuggono dalla guerra”.

 

In conclusione tutti hanno voluto sottolineare che “il modo più semplice per arrivare alla gente e di parlare come parla la gente attraverso la poesia. L'augurio è che la sensibilità degli esseri umani possa essere amplificata e non abbia la durata di un giorno. Il messaggio arriverà? Noi speriamo di si!”.