VIDEO | Il regista reduce dal successo al Festival del cinema di Venezia con il film "Il buco" è stato l'ospite d'eccezione al Kaulonia Tarantella Festival nel suo paese d'origine
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A poco più di un mese dalla standing ovation e dei dieci minuti di applausi della platea di Venezia, il regista Michelangelo Frammartino è tornato a Caulonia, suo paese d’origine, per presentare il suo capolavoro “Il buco”, insignito del premio speciale della giuria all’ultimo Festival internazionale del cinema. La serata evento è stata inserita nel cartellone autunnale del Kaulonia Tarantella Festival e ha fatto registrare il primo sold out dell’auditorium cittadino dopo la pandemia. Il film evoca l’impresa di un gruppo di speleologi che, provenienti dal Nord, nel 1961 si addentrarono all’interno dell’inesplorato Abisso di Bifurto, una grotta profonda 683 metri nel Parco nazionale del Pollino.
«Tornare a Caulonia è sempre per me una grande emozione – ha detto – quando da bambino scendendo in treno dopo Riace vedevo in lontananza la torre saracena, mi si apriva il cuore. Mi ha sempre emozionato e mi emoziona ancora molto anche oggi. Prendo atto di non essere mai riuscito a girare altrove se non in Calabria. Soltanto una volta mi sono preso la libertà di girare in Basilicata, per me come lavorare al Nord».
Prima della proiezione il cineasta ha tenuto un seminario in cui ha raccontato anche i retroscena e le tecniche di ripresa della pellicola accolta con un’ovazione in laguna. Un riconoscimento che Frammartino non considera né un punto di arrivo, né di partenza. «È un passaggio – ha ammesso - una cosa un po' inaspettata, perché non ho mai considerato il mio cinema adatto a quegli spazi così prestigiosi».
Al regista l’amministrazione comunale guidata dal sindaco Caterina Belcastro ha consegnato una targa ricordo e un’opera iconografica realizzata dalle suore del piccolo eremo delle Querce della frazione “Crochi”. «È per noi una grandissima emozione poter ospitare un figlio illustre di questa terra, a cui lui da sempre è legato, e poter godere del suo immenso talento – ha detto il sindaco Belcastro -. Farlo in una struttura dedicata al suo compianto cugino Angelo, morto tragicamente a Gerusalemme, assume un significato maggiore. Michelangelo è l’esempio di come con pazienza, determinazione e soprattutto voglia di fare sacrifici si possa arrivare in alto».