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“L’uomo nero”, la canzone dell’artista originario del Cosentino Brunori Sas, ha vinto il premio Amnesty International. Il riconoscimento è nato nel 2003 su impulso dell’Organizzazione internazionale e dell’associazione culturale “Voci per la Libertà” allo scopo di sensibilizzare sul tema dei diritti umani partendo dalla premiazione del miglior brano sul tema. Al centro, razzismo e xenofobia, sentimenti d’odio che si credevano superati dopo l’orrore delle guerre mondiali ed i drammi umanitari che si consumano ancora oggi sotto gli occhi di tutti. Difficile, a giudizio del cantautore, non cadere nel banale, nel già detto, nella semplicità di una denuncia amara e dolorosa (foto Wikitesti). Il testo è un vero e proprio viaggio: «E tu, tu che pensavi che fosse tutta acqua passata, che questa tragica misera storia non sarebbe più ripetuta, tu che credevi nel progresso e nei sorrisi di Mandela, tu che pensavi che dopo l’inverno sarebbe arrivata la primavera: e invece no».
L’origine della sua fatica la descrive così: «Ho avuto difficoltà a scriverla perché, visto il tema, era facile cadere nella retorica anacronistica del cantautore militante, in un’invettiva scontata contro le piccole e grandi derive xenofobe degli ultimi anni. C'è una buona dose di amarezza –aggiunge - ma anche la denuncia, anche autocritica, di quell'approccio ignavo che tende a non occuparsi concretamente certi fenomeni, a ridicolizzarli o a non dargli eccessivo peso». Un vero e proprio terreno scivoloso: «Spero di essere rimasto in piedi- continua - e questo riconoscimento, in qualche modo, me ne dà conferma». In occasione della serata finale, prevista per il 22 luglio, si svolgerà la premiazione. Il festival sarà ospitato a Rosolina Mare (Rovigo).
g.d'a.