Il sesto lavoro discografico in studio del cantautore è già un trionfo. Tra simboli taglienti e molta città dei bruzi, ecco l’ultima creazione dell'artista in competizione sul palco dell'Ariston
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«Non ascoltatelo tutto insieme, mi raccomando, perché potreste non reggerlo». L'aveva raccomandato ieri su TikTok Dario Brunori, in arte Brunori Sas, in merito al nuovo album. In gara a Sanremo con "L'albero delle noci", singolo che dà il titolo all'album, il cantautore cosentino sta imponendosi come underdog della kermesse.
Fra nomi di spicco come Cristicchi, Noemi, Lauro, la delicatezza del suo brano ha conquistato critica e pubblico. Perennemente osannato e nella top 5 di chiunque, raccoglie il sostegno dei cosentini e non solo. E stanotte ha festeggiato l'uscita del suo sesto lavoro in studio. Quattro i singoli già pubblicati, sei i pezzi inediti. In due di questi, Cosenza la fa da padrona. E allora tuffiamoci ne "L'albero delle noci".
Brunori Sas, il nuovo album con tanta cosentinità
Il pezzo più ascoltato è, senza sorpresa di nessuno, "L'albero delle noci", che già fa segnare un milione di riproduzioni. Ma a Cosenza c'è già boom di condivisioni per "Fin'ara luna", canzone interamente in dialetto cosentino. A un primo ascolto, sembra esattamente il corrispettivo di "Bruno mio dove sei" ma al maschile. La canzone dell'album "Poveri Cristi" in cui il cantautore si metteva nei panni della madre dopo la morte del padre diventa improvvisamente ribaltata e racconta di un marito che perde la moglie. Il nome, Maria, è quello della madre, quindi pare un perfetto ribaltamento di quella che è stata una delle più struggenti opere del cantautore. A distanza di sedici anni, Brunori Sas nel nuovo album cambia la prospettiva.
Altri riferimenti a Cosenza sono contenuti nel pezzo "Pomeriggi catastrofici", nel quale il cantautore racconta le giornate trascorse in famiglia. «Da Forgione compravamo le Stratos/calzature innovative/senza lacci e con lo strappo/una sosta alla pizzeria romana/e poi magari per cena/Sorrentino e Sasà». Un'immagine che ritorna nelle menti di tutti i cosentini nati fra gli anni '70 e '90. Sarà simpatico ascoltare milanesi, romani, liguri cantare di Forgione e Stratos. Un argomento che ha un particolare legame solo con la nostra città e anche una canzone precedente.
I quattro singoli già conosciuti
Nel nuovo album di Brunori Sas ci sono, come detto, anche quattro singoli già usciti precedentemente. Oltre a "L'albero delle noci", ci sono "Il morso di Tyson", "La vita com'è" e "La Ghigliottina". Quest'ultimo è il singolo uscito in autunno e quello che più di tutti è una sferzata alla società odierna. Come dichiarato anche dallo stesso cantante al podcast di Alessandro Cattelan, «quando scrivo qualcosa cerco prima di vederla su me stesso». «Ti vedo un po' stanco/maschio etero bianco/fra ricatti morali, colpe ancestrali, monete di scambio/Tu vorresti tornare di nuovo/ai bei tempi di mamma e papà/perché ti sembra normale/che non sia normale/la diversità».
"Il morso di Tyson", invece, è una cartolina. Una cartolina di una scena ripresa anche nel video uscito pochi mesi fa. Due ragazze che si lasciano sulle panchine di Roma Tiburtina, una scena affidata al racconto di Brunori Sas nel nuovo album. «Maledetta quella sera, dice/maledetta quella sera». Un racconto molto simile a "Lei, Lui, Firenze". Uno schiaffo, non morale come "La ghigliottina", ma sentimentale. Il groppo in gola alla fine rimane. Forse aveva ragione Brunori Sas: «Non ascoltatelo tutto insieme».