Un viaggio, che a volte strappa un sorriso amaro, in cui l’attore e regista Roberto D’Alessandro, guida gli spettatori nei sentieri torti di una controstoria d’Italia segnata da un’unità che per il Sud fu quasi una condanna. A Castrolibero, l’anfiteatro “Vincenzo Tieri” ieri ha ospitato “Terroni”, lo spettacolo di teatro-canzone tratto dal best seller di Pino Aprile, presente alla serata.

Sulle note degli arpeggi del maestro Mariano Perrella, si snoda il monologo di D’Alessandro, inframmezzato dalle musiche firmate da Eugenio Bennato e Mimmo Cavallo, che ha reso vive le parole di Aprile.

Terroni: uno spettacolo che è una missione

“Terroni”, che ha sfondato il tetto delle trecento repliche, non è uno spettacolo come gli altri. «È scomodo – dice D’Alessandro – spesso per ragioni ideologiche e politiche facciamo fatica a portarlo in scena, la nostra è una missione sociale che portiamo avanti ormai da dieci anni».

Aprile: «L’Italia non è un Paese per donne (meridionali)»

«La sottrazione di risorse che crea la questione meridionale comincia con l’unificazione dell’Italia – spiega Pino Aprile -. Non ne è nato un Paese equo e questo lo dicono le classifiche internazionali sulle disuguaglianze. La questione meridionale è solo l’spetto più evidente di questo modo squilibrato e carognesco di essere Paese. Se la questione meridionale venisse risolta nei prossimi dieci minuti, l’Italia non scenderebbe di un millimetro nella classifica di Paese più ingiusto del mondo. È la nazione in cui le donne non sono trattate come dovrebbero. La donna più discriminata del mondo sviluppato è italiana, meridionale, mamma, single e disoccupata, quindi qui più hai bisogno del sostegno della comunità, più vieni abbandonato».

Un premio a sorpresa per Pino Aprile

Alla fine dello spettacolo, a sorpresa, l’amministratore delegato di Omnia Energia Spa, Vincenzo D’Agostino, ha consegnato al direttore di LaC un premio speciale. «Abbiamo pensato a questo riconoscimento per Pino Aprile – ha detto sul palco D’Agostino – per essere riuscito a rivitalizzare la questione meridionale in un’ottica totalmente moderna».