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Risate e applausi: due cose che non ci si aspetta di trovare in carcere. Eppure ci sono stati, oggi, 7 marzo nella sala teatro della Casa Circondariale di Catanzaro. Qui è andata in scena la commedia “Le pillole d’Ercole”, rappresentata dalla compagnia teatrale “Nicola Valentino”, sostenuta dalla Chiesa di Santa Maria della Pace di Satriano Marina e dal parroco Michele Fontana. Presenti la direttrice del carcere Angela Paravati, il comandante della polizia penitenziaria Angelo Scalzo, i detenuti, il personale di polizia penitenziaria ed il personale educativo che nella quotidianità collabora a queste iniziative finalizzate alla partecipazione della comunità esterna alla vita di quel “quartiere chiuso” che è l’istituzione carceraria.
Lo spettacolo teatrale
Il famoso testo scritto nel 1904 da Charles Maurice Hennequin in collaborazione con Paul Bilhaud è andato brillantemente in scena, con qualche simpatica attualizzazione, grazie agli interpreti e ai collaboratori della compagnia Pasquale Caridi, Domenico Latorre, Generoso Scicchitano, Menotti Ranieri, Caterina Sabatino, Salvatore Fergola, Rosanna Talarico, Filomena Cutruzzulà, Federica Palaia, Giuseppe Vitale, Michele Fontana, Rosanna Agresta, Francesco Pardo, Franca Brancia e Marisa Pesola. Alla Compagnia i detenuti hanno donato uno dei presepi che hanno realizzato a mano, affinché per le prossime festività natalizie possa essere il premio da sorteggiare nel corso di un’iniziativa di beneficenza volta a finanziare un pranzo per le famiglie non abbienti.
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“Il teatro è crescita”
«Il teatro è crescita, confronto, istruzione: è fondamentale nel percorso rieducativo che le persone detenute stanno portando avanti» ha affermato la direttrice Angela Paravati. “Le pillole d’Ercole”, la storia degli equivoci che si possono creare a causa di pastigliette afrodisiache è un susseguirsi di qui pro quo e colpi di scena, in cui la trama si fa sempre più complicata, anche se alla fine tutto finisce con la comprensione reciproca. Il testo, dopo oltre 100 anni dalla sua prima scrittura, si rivela ancora oggi attuale e forse anche particolarmente adatto alla cornice di oggi: la comprensione e la speranza del lieto fine sono gli elementi che caratterizzano qualsiasi percorso rieducativo.