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La stanza del T Hotel che la ospita è in un ‘frenetico disordine’, la rispecchia molto, inquadra i suoi gesti nervosi e ansiosi, mentre il suo staff la osserva quasi timoroso.
Lei è Alba Parietti e ieri sera ha ricevuto, insieme allo stilista AntonGiulio Grande, il premio Grotteria, riconoscimento dato ai promotori di iniziative che abbiano contribuito a favorire un processo di armonizzazione delle politiche migratorie o,ed è questo il caso, “a personaggi di cultura che si siano distinti per interessanti caratteristiche formali e concettuali”.
Alba Parietti ha attraversato il mondo dello spettacolo e della cultura a 360 gradi. Dal cinema, alla musica, passando per la scrittura di libri e la televisione, fino a ricevere anche un Oscar Tv nel 1991 come personaggio televisivo dell’anno.
La sua presenza sul piccolo schermo ora si è diradata e da una decina di anni l’ex showgirl mostra non solo il suo corpo, ma anche la sua testa. L’attrice del “Macellaio” interviene su cronaca e politica e non le manda a dire, con il trasversalismo di chi, probabilmente, non ha santi in paradiso da ringraziare e piedi da evitare di calpestare.
Ed è proprio da questo aspetto che decidiamo di iniziare la nostra conversazione. E lei, fasciata in un abito ovviamente AGG, sembra non vedere l’ora.
Lei non perde mai occasione per esprimere la sua opinione, per intervenire nei temi caldi del Paese e nella politica nostrana. Dipende forse dal fatto di avere avuto un padre che era disposto ad immolarsi per l’Italia, un partigiano?
«Mio padre era partigiano, ma partigiani lo si è tutta la vita. Partigiani significa esprimere la propria opinione, senza la necessità di far parte di qualche compagine politica. Io, ad esempio, mi ritengo anarchica, ma esprimo le mie opinioni e questo a volte mi ha ostacolato».
In che senso?
«Nel senso che si dice che dovrei limitarmi a fare la donna di spettacolo, ma che cosa significa? Iruoli delle donne in televisione sono già così ridotti, che mi piacerebbe capire cosa dovrei fare. Pensano che non dovrei esprimere un’opinione, ma l’ho sempre fatto, anche dal punto di vista politico. Ho espresso il mio parere su tutto, partiti, leggi e riforme. E questo ha limitato la mia carriera. Se fossi stata una cortigiana, per me sarebbe stato tutto più facile e anche più remunerativo. Prendere posizione è faticoso, occorrono spalle grosse e la capacità di argomentare».
Il fatto di voler vedere le donne limitate a degli ambiti ristretti e, spesso, stereotipati, secondo lei vale solo per lo spettacolo?
«Questo è un Paese con un cultura maschilista e misogina. La vita di una donna vale poco. Basta vedere come vengono trattati i casi di stalking che vengono denunciati e poi non presi in considerazione. Se una donna denuncia poi di essere stata violentata passa una serie di mortificazioni giuridiche e spesso viene messa sotto processo».
Anche lo stilista lametino AntonGiulio Grande riceverà il riconoscimento Grotteria. Che effetto le fa essere accostata a lui visto che per il 2015 siete i due personaggi scelti dalla giuria del premio?
«Per me è un enorme piacere ricevere un premio insieme ad AntonGiulio Grande visto che mi ha definito all’inizio della sua carriera la sua musa ispiratrice. E non nascondo che la stessa cosa disse di me un altro grande calabrese, anche lui stilista: Gianni Versace».