Il culto de La Febbre del Sabato Sera, il mitico film di John Badham con l’ancora giovanissimo John Travolta, si rinnova domani sera al Politeama di Catanzaro con un grande musical diretto magistralmente da Claudio Insegno.
La versione di Insegno resta fedele a quella cinematografica nello spirito, ma risulta più comica e allo stesso tempo più profonda delle ultime versioni teatrali, e in tal senso ha centrato il bersaglio regalando al pubblico italiano un musical di grande valore, con un’attenzione lodevole ai particolari e con un cast di giovani talenti che convincono e regalano grandi emozioni.

 

Ventidue artisti sul palco, tra cantanti e ballerini, per un musical che ha fatto registrare il tutto esaurito in molti teatri italiani.
Nel ruolo di Tony Manero, indiscusso protagonista della storia, è Francesco Italiani, danzatore, cantante e coreografo tra i più apprezzati. Ha lavorato con i maggiori coreografi e registi italiani ed internazionali (Pietro Garinei, Gino Landi, Franco Miseria, Marco Garofano, Roberto Croce, Liam Steel, Manolo Casalino, Gianluca Guidi, Philip McKinley, Vittorio Biagi, Stefano Bontempi).

 

Al suo fianco una grintosa e affascinante Anna Foria, nel ruolo della volitiva Stephanie Mangano, e una bravissima Arianna Galletti.
Il film, da cui appunto trae ispirazione lo spettacolo, uscì nelle sale cinematografiche nel 1977 e la colonna sonora, con canzoni originali dei Bee Gees, balzò in testa alle classifiche cambiando per sempre la storia della disco music.
Perno della storia è l’italo americano Tony Manero, un ventenne un po’ sbruffone, estroverso e simpatico rissaiolo di Brooklyn, che conduce una grigia vita da commesso in un negozio di ferramenta, ma possiede uno spiccato talento naturale per la danza, attraverso cui cerca un riscatto umano e sociale: il sabato sera, dopo una settimana di duro lavoro, nulla può impedirgli di indossare i pantaloni a zampa d’elefante e le sue camicie dai grandi colli a punta per andare nella mitica discoteca “Odyssey 2001”, dove conquista ogni ragazza, suscitando l’invidia di tutti i “machi” presenti.

 

Sullo sfondo, i sogni, le frustrazioni, la vita notturna dei giovani proletari contrapposta alle serate sfarzose dei ricchi nel cuore degli anni ’70: il sogno di Tony e dei suoi amici è l’inaccessibile Manhattan (al di là del fiume e del ponte), simbolo di una vita sicuramente più dignitosa.
L’allestimento del musical è di grande rilievo: meravigliosi i costumi di Graziella Pera, gli abilissimi giochi di luce di Valerio Tiberi, le belle coreografie di Valeriano Longoni e il suggestivo impianto scenografico di Roberto e Andrea Comotti, che offre una straordinaria dinamicità e rende bene l’anima della periferie americane.