Uno spettacolo travolgente. Torna nella sua città il comico reggino Gennaro Calabrese ha fatto il pieno di applausi ieri sera al Cine Teatro Odeon.

Fuori diluvia, ma dentro il teatro è una pioggia di applausi. Grande accoglienza a Reggio Calabria per il ritorno nella sua città del comico ed imitatore Gennaro Calabrese. Lo showman reggino, con un’energia da vendere, ha portato in scena ieri sera il suo “Gennaro Calabrese Show”, al Cine Teatro Odeon. Un ritorno atteso, accolto da una sala gremita, nonostante il diluvio che imperversa dal pomeriggio nelle strade della città dello Stretto, e da un pubblico desideroso di ridere, ma anche di riflettere, come accade da sempre nei suoi show.

Inserito nella kermesse teatrale promossa da NovaStar Italia di Mimmo Porcino in collaborazione con il Cine Teatro Odeon, lo spettacolo ha proposto un viaggio variegato nel mondo della comicità e dell’imitazione, tra grandi classici del repertorio di Calabrese e nuove sorprendenti interpretazioni. Tra queste, spiccano le imitazioni del sociologo Paolo Crepet, dello chef Alessandro Borghese, del paleontologo Alberto Angela e del professore di fisica Vincenzo Schettini.

«In questo grande show - ci racconta poco prima del "chi è di scena" - non mancheranno illustri personaggi del mondo dello sport, della musica, della politica, del piccolo schermo e farò un omaggio a quei big che non ci sono più: li immagino in uno spazio-tempo diverso dal nostro dove continuano a fare il loro lavoro. È uno spettacolo fresco e divertente, un’opportunità per ritrovarsi con amici, con i propri cari, staccare dalla routine quotidiana e godersi una serata di relax a teatro. Ovviamente, ci saranno tante altre sorprese e si riderà tantissimo».

Lo spettacolo è un flusso continuo di risate istintive, musica, satira raffinata e ironia senza volgarità, caratteristiche che da sempre definiscono lo stile artistico di Calabrese. Ma è anche un’occasione per raccontarsi, per rispondere – a modo suo – a quelle domande che il pubblico gli fa da anni: quando ha iniziato a imitare, come nascono le sue voci, perché ha scelto questo mestiere.

«Le imitazioni mi vengono istintive, a seconda delle circostanze – spiega Calabrese –. Risponderò a tutte le curiosità del pubblico, ma non risponderò io: risponderanno i miei personaggi». E mentre parla, passa con disinvoltura da Malgioglio al professor Schettini, fino a un Crepet immaginario che analizza con ironia le sue presunte “crisi di doppia personalità”.

C’è anche spazio per la satira sociale e politica, sempre filtrata con leggerezza e rispetto. Sua Santità – racconta scherzando – «non salirà sul palco perché ha le mani impegnate con tutte le cose che si sono dette su di lui», mentre un irresistibile Governatore De Luca dallo stile esplosivo ricorda che «il teatro fa bene all’anima» e invita tutti a viverlo: «Capocchioni! Cinghialotti! Il teatro conviene!».

Calabrese lo sa bene: ridere non è solo evasione, è anche un modo per riconnettersi con la parte più profonda e viva di sé. E nella sua Reggio, quel bisogno è ancora più forte.

«Noi viviamo le problematiche di tutti i sud del mondo – spiega –. Abbiamo bisogno di ridere, ma sappiamo farlo di cuore. Siamo gente passionale, con il sangue che scorre forte. Forse è per questo che mi hanno chiamato a me».

Tra una battuta e l’altra, un messaggio resta forte e chiaro. Il teatro è una casa che va abitata, un luogo dove le emozioni diventano collettive. Ed è proprio questo che accade con Gennaro Calabrese, ciclone di comicità e umanità, capace di portare sul palco la sua città, i suoi personaggi e la sua voglia di condividere qualcosa di autentico. In una serata austera e col diluvio in corso, trovare un teatro pieno pronto ad accoglierti è segno di aver raggiunto quel livello da grande artista che sicuramente Gennaro Calabrese merita per talento e personalità.