Aree interne e montane isolate, una viabilità che non facilita il trasporto in emergenza su gomma. La sanità calabrese non era ancora stata commissariata che l’esigenza di superare le difficoltà legate ad una mobilità piuttosto complessa era già stata messa nero su bianco nel documento di riorganizzazione della rete dell’emergenza urgenza redatta nel lontano 2012.

Elisuperfici h24

Nell’allegato al dpgr 94 si chiarisce, infatti, la necessità di incrementare il numero di elisuperfici «a servizio delle comunità isolate, con particolare riferimento ai voli notturni». Un servizio h24 e l’integrazione tra ambulanza ed elisoccorso era la soluzione prospettata nei documenti programmatori già più di dieci anni fa per consentire il tempestivo trasferimento dei pazienti critici da un ospedale spoke ad un hub abbattendo così i tempi di percorrenza.

La mappatura dell'emergenza

Tutto era già contemplato all’epoca tra le azioni prioritarie: «Una programmazione su base regionale del numero delle basi operative, loro operatività e definizione della rete delle elisuperfici a servizio delle strutture ospedaliere e dei siti di atterraggio di pubblico interesse». Insomma, una mappatura per ridefinire gli assetti della rete dell’emergenza-urgenza.

Passano gli anni

Passano gli anni, mutano gli scenari e il documento del 2012 sembra divenire la base di partenza per il nuovo decreto di riassetto della rete ospedaliera e territoriale. Si è giunti, nel frattempo, nel 2016 quando l’ex commissario ad acta, Massimo Scura, firma il dca 64. Quell’esigenza di collegamento rapido in caso di emergenza resta invariata tanto che nel documento si compie un ulteriore passo in avanti.

Hub h24

Tra le azioni prioritarie: «La definizione di elisuperfici destinate alla integrazione notturna dei rendez-vous con le ambulanze medicalizzate nelle zone disagiate. In particolare, si prevede l’istituzione di elisuperfici attive h24 in tutti gli hub, elisuperfici attive h12 diurne in tutti gli spoke, elisuperfici attive h24 nella casa della salute di Praia a Mare».

La musica non cambia

Trascorsi dieci anni la musica non cambia. Al momento dell’approvazione del nuovo programma operativo, avvenuta nel novembre scorso, addirittura si conferma come «la situazione attuale non risulta sostanzialmente mutata» rispetto al 2016. Si è ancora nella fase di programmazione ma si aggiunge un ulteriore tassello. «Dai dati in nostro possesso, si evidenzia un limitato utilizzo dell’elisoccorso con una media per mezzo di 0,87 viaggi al giorno nel 2018 e di 0,7 (-11%) nel 2019». Tra le azioni da intraprendere, quindi, vi è la «approvazione del nuovo piano di organizzazione e gestione del servizio di elisoccorso, delle modalità operative e della nuova mappa delle superfici».

Dieci anni di mappatura

Dal 2012 al 2022, una lunga fase di mappatura. Col nuovo corso però si cerca di spingere sul pedale dell’acceleratore e si avvia una interlocuzione con i sindaci calabresi. Poco meno di un anno fa, dal dipartimento Tutela della Salute della Regione Calabria parte una circolare indirizzata a tutti gli amministratori locali ai quali si chiede formalmente di indicare siti di atterraggio notturni e diurni per l’elisoccorso.

Tempo-dipendente

Evidentemente non un caso dal momento che alcune patologie, per gravità e caratteristiche, necessitano di un intervento quanto più possibile tempestivo, eseguito in un determinato range temporale e nelle strutture assistenziali più appropriate: ciò che viene comunemente definito patologia tempo-dipendente.

A bocce ferme

Attualmente, in Calabria sono solo due le elisuperfici autorizzate dall’Enac ad effettuare i voli notturni, Locri e Polistena, se si esclude l’elisoccorso di Lamezia Terme che sfrutta gli spazi della stazione aeroportuale. L’ospedale Annunziata di Cosenza ha avviato l’iter autorizzativo che al momento risulta ancora in itinere. Tutte le altre non rispettano i requisiti minimi e, pertanto, eseguono trasferimenti solo in orari diurni fino alla scadenza delle effemeridi.

Il caso Caroccia

Al sopraggiungere del tramonto così in larga parte della Calabria il trasporto in emergenza è affidato unicamente alla velocità delle ambulanze. Quando queste sono tutte impegnate, c'è solo da attendere. È, ad esempio, il caso di Antonio Caroccia, 72enne di Guardia Piemontese morto in sala operatoria all'ospedale Annunziata di Cosenza, dov'è giunto dopo oltre tre ore e mezza dalla prima chiamata alla centrale operativa del 118. Da Guardia Piemontese a Belvedere Marittimo e poi su fino a Cosenza; chilometri e chilometri macinati su gomma allo "scadere" degli ultimi bagliori del tramonto.