Dopo anni di proteste da parte del comitato di cittadini e di numerosi sit-in, il vecchio ospedale di Siderno continua ad aspettare la sua riconversione in una moderna casa della salute. Nonostante i fondi promessi dalla Regione, che ammontano a quasi 10 milioni di euro, la trasformazione dell'ospedale sembra essere ancora in sospeso. 

Le telecamere di LaC Tv, con il "Dentro la notizia" condotto da Pasquale Motta, si sono recate proprio a Siderno per ascoltare le voci dei cittadini che stanno protestando contro la situazione del vecchio nosocomio cittadino (riguarda la puntata). La situazione precaria del vecchio ospedale è sotto gli occhi di tutti e a pagarne le conseguenze sono soprattutto le fasce sociali meno abbienti della comunità. Questi cittadini, sono spesso obbligati a rivolgersi al settore privato, sono costretti a rinunciare alle cure necessarie per il proprio benessere.

Le voci dei cittadini

«L’ospedale di Siderno è in una situazione precaria – afferma un cittadino intervistato da Pasquale Motta -, c’è necessità di dare ossigeno al nostro nosocomio senza dover affidarsi solo a quello di Locri»

«Allungati i tempi della riconversione»

I cittadini protestano non solo per la lunga attesa, ma anche per la mancanza di servizi medici adeguati che potrebbero migliorare la qualità della vita di tutti i residenti. «I tempi per la riconversione si sono allungati - ha affermato Francesco Martino del Comitato “Casa della salute” –. A marzo 2021 ci hanno detto che il bando per fare i lavori sarebbe stato indetto per ottobre 2022. Dopodiché abbiamo scoperto in uno dei tanti incontri che mancano ancora 900mila euro e non capiamo perché la Regione non è ancora riuscita a recuperare tale somma o abbia iniziato i lavori con i soldi attualmente disponibili». 

Il sindaco di Siderno fa il punto della situazione

La questione dell’ospedale «per noi è sempre un tasto dolente», ha esordito così ai microfoni di Dentro la notizia Mariateresa Fragomeni, primo cittadino di Siderno e rappresentante della Locride nella conferenza dei sindaci dell’Asp di Reggio Calabria. «Abbiamo un finanziamento nato nel 2009, poi ripreso nel 2013, successivamente sbloccato nel 2017 e ripreso ancora una volta qualche mese fa con gli interventi sull’edilizia. Questi 9milioni e 600mila euro che servono per riconvertire da ospedale a casa di comunità». 

«Inizialmente – ha continuato Fragomeni – sembrava che ci fossero tre tipologie di progetti da definire ma le somme erano troppo elevate e quindi il tutto è stato bloccato dalla Regione». 

«Ci sono questi ritardi che ad oggi da amministratore capisco – dice il sindaco di Siderno, Mariateresa Fragomeniperò le procedure Pnrr hanno delle semplificazioni. È chiaro che una struttura del genere è fondamentale per la medicina del territorio e per decongestionare l’ospedale spoke di Locri».

Tra le problematiche c’è sicuramente la carenza di personale: «Se non abbiamo il personale – afferma il primo cittadino Fragomeni - non abbiamo chi utilizza gli strumenti o chi sposta i pazienti da un reparto all’altro. Io voglio capire i tempi e la programmazione sanitaria in questa parte della Calabria, e capire quanti soldi ci sono a disposizione e di conseguenza capire le scelte da fare». 

«Mesi di attesa per un elettroencefalogramma»

All’interno del programma condotto da Motta, non sono mancate le testimonianze, come quella di Simona Coluccio, presidente di “Comma 3”, associazione composta da famiglie. «Sono una mamma che da anni battaglia per alcuni problemi gravissimi alla mia bambina. Per eseguire a mia figlia un elettroencefalogramma presso l’ospedale di Siderno ho dovuto lottare per mesi, poiché non c’era il tecnico. Il 2 maggio siamo riusciti ad eseguire questo esame ma ad oggi, dopo un mese, mia figlia non è stata chiamata per mancanza di materiale come ad esempio le cuffie. Vi sembra normale tutto questo? Ad oggi mia figlia è ad assistenza zero». 

«Chi non ha i soldi per curarsi deve morire?»

«Il problema è che i pazienti – dice la signora Emiliana a Pasquale Motta – non ci serve la burocrazia ma servono i fatti. Non dico che qui non ci sono professionisti ma qui abbiamo bisogno di strutture che funzionano. Io sono una paziente oncologica e mi chiedo perché per fare un esame devo andare a Roma? Perché per curarmi devo andare necessariamente a Milano? Chi non ha la possibilità economica per andare fuori a curarsi che deve fare: deve morire?».

Sanità e turismo

A portare la propria testimonianza anche Mario Diano del “Corsecom”, il coordinamento delle organizzazioni sociali e culturali della Locride. Diano lancia un appello al presidente della Regione Roberto Occhiuto e al direttore generale dell'Asp di Locri Lucia Di Furia  «Nel corso degli anni siamo riusciti a potenziare il turismo anche in bassa stagione – afferma Diano – ma purtroppo rischiamo di perdere anche questi turisti che quando vengono qui si rendono conto del fatto che non c’è sicurezza sanitaria».

Guarda la puntata integrale su LaC Play