Il motivo è sempre lo stesso, identico: poter «assicurare le attività assistenziali» che, altrimenti, rischierebbero di non essere più garantite. Il ricorso da parte dell’Azienda sanitaria provinciale di Vibo Valentia alla procedura delle prestazioni aggiuntive dei medici («da rendersi al di fuori dell’orario di servizio istituzionale») sta diventando, di fatto, una prassi dettata in diversi casi dalla cronaca carenza di personale medico e in altri dalla collocazione a riposo di sanitari (evidentemente ancora da rimpiazzare).

Sta di fatto che, in entrambe le situazioni, inevitabilmente si pregiudica in maniera seria e concreta la capacità di riuscire a coprire in maniera adeguata i turni di lavoro e, quindi, poter garantire la necessaria assistenza. Mani legate per l’Azienda sanitaria provinciale che, dunque, non può fare altro che ricorrere e chiedere un extra lavorativo.

Procedura per i medici radiologi

Ultima decisione in tal senso riguarda, i dirigenti medici dell’Unità operativa di radiologia attualmente in servizio nelle strutture dell’Azienda sanitaria. Ma qui il motivo del ricorso alla misura straordinaria è dettato, in particolare, dal fatto che tre sanitari vanno in pensione, e nessuno al momento può sostituirli, più altre variabili. La delibera che autorizza le prestazioni aggiuntive porta in calce la firma del commissario straordinario Giuseppe Giuliano, il quale spiega che proprio «il collocamento in pensione del direttore dell’Unità operativa» in questione, nonché «le ferie residue di due dirigenti medici», peraltro prossimi anche loro alla pensione, e «l’assenza per vari motivi di ulteriori unità, determinano «l’impossibilità di assicurare la regolare turnistica e l’erogazione dei servizi al fine di garantire i livelli essenziali di assistenza».

A pesare sulla decisione dei vertici dell’Azienda sanitaria, naturalmente, anche lo stato di emergenza epidemiologica da Covid-19. Da qui, quindi, l’effettuazione delle prestazioni aggiuntive sono state considerate assolutamente «indispensabili per assicurare l’erogazione delle attuali attività assistenziali e dei servizi nei presìdi ospedalieri. Tali prestazioni – si legge quindi, nella delibera del commissario straordinario -, da rendersi fuori dall’orario di servizio istituzionale, sono autorizzate fino al 30 aprile 2022 e comunque prorogabili fino alla fine dello stato di emergenza». Nelle more, l’Azienda sanitaria ha indetto anche un bando pubblico, per soli titoli, per tre posti di dirigente medico di radiologia a tempo determinato.

I primi ad essere autorizzati medici dei Pronto soccorso e anestesisti

A inizio anno – lo abbiano scritto pochi giorni fa – ad essere autorizzati a fare ricorso alle prestazioni aggiuntive erano stati i dirigenti medici del Dipartimento di Emergenza-Urgenza per fronteggiare il dilagare incontrollato della pandemia da Covid-19 e, nel contempo, garantire le attuali attività assistenziali. Per tali ragioni l’Azienda sanitaria provinciale ha deciso di prorogare l’espletamento delle prestazioni aggiuntive ai sanitari dei Pronto soccorso (che comprendono anche il servizio di emergenza 118 e la Rianimazione) degli ospedali civili di Vibo Valentia, di Tropea e di Serra San Bruno. Ma non basta: dopo i dirigenti medici del Dipartimento di Emergenza-Urgenza, vertici dell’Azienda sanitaria hanno deciso di autorizzare le prestazioni aggiuntive anche ai medici di Anestesia e Rianimazione oggi in servizio presso tutti i nosocomi del Vibonese.

Nella delibera che ha autorizzato la procedura, il commissario straordinario Giuseppe Giuliano ha messo nero su bianco i problemi. E, dunque, ha chiarito che le «attuali carenze di organico medico determinano l’impossibilità di assicurare la turnazione e l’erogazione dei servizi al fine di garantire i Livelli essenziali di assistenza. L’istituto delle prestazioni aggiuntive – ha aggiunto Giuseppe Giuliano – è indispensabile per garantire l’erogazione delle attuali attività assistenziali e dei servizi nei presìdi aziendali» e «nell’ambito dell’Unità operativa di anestesia e rianimazione si rende necessario autorizzare, per almeno tre mesi (fino al 31 marzo 2022), l’espletamento di prestazioni aggiuntive, da rendersi al di fuori dell’orario di servizio istituzionale».