Il commissario alla Sanità Massimo Scura non avrebbe nessuna intenzione di lasciare la Calabria. Lo avrebbe annunciato il diretto interessato, a Roma, ai vertici del Partito democratico che, invano, starebbero tentando di convincerlo ad accettare altri incarichi presso il Ministero.

 

Scura avrebbe risposto con un secco “No, grazie”. Un rifiuto a declinare il ruolo di commissario regionale alla Sanità che comprenderebbe anche il sub commissario Andrea Urbani, suo braccio destro.

 

A tal punto,  il governatore della Calabria Mario Oliverio sembra non possa fare altro. Nella giornata odierna, il presidente della giunta regionale potrebbe recarsi nella Capitale per affrontare in prima persona la spinosa questione.

 

I fatti. La vicenda s’innesca in una polemica che da giorni sta contrapponendo il Movimento 5 stelle al Pd. I pentastellati, infatti, sostengono che l’adesione al “Sì” al Referendum sulla riforma costituzionale, da parte di Oliverio, sarebbe stata barattata con Matteo Renzi, in cambio della rimozione di Scura.

 

“Nel Pd ci sarebbe un patto di potere per orientare verso il Sì il voto degli elettori calabresi al Referendum del 4 dicembre”. Il M5s, rendendo noto l’invio di un esposto alla Procura di Catanzaro, aveva così denunciato l’esistenza di un «accordo tra il sottosegretario Luca Lotti e il governatore della Calabria, Mario Oliverio, che prevederebbe – avevano precisato i parlamentari pentastellati Dalila Nesci e Paolo Parentela - il sostegno elettorale alla riforma costituzionale delle truppe di partito, in cambio dell'allontanamento dei commissari Massimo Scura e Andrea Urbani dalla gestione della sanità calabrese».

 

Se dunque, l’incontro romano tra Scura e Gelli (responsabile nazionale “Sanità” per il Pd) fosse confermato in qualche modo potrebbe suffragare l’esistenza del patto denunciato dal Movimento 5 stelle. Chiaramente siamo nel campo dei retroscena e come tale va preso in considerazione con la prudenza del caso.

 

so.ro.