Continua senza sosta lo scontro politico per ottenere il controllo della sanità. Il principio dell’anno, in tal senso, è stato identico alla fine di quello precedente. Il 2017 non ha cambiato di una virgola lo stato dei rapporti tra il presidente della giunta Mario Oliverio e il commissario ad acta per il piano di rientro dal debito nella sanità, Massimo Scura. Anzi.

 

La presa di posizione con cui il governatore ha aperto le ostilità del 2017 sta a dimostrare quali siano le sue reali intenzioni: arrivare ad ottenere la gestione della sanità, costi quel che costi. Il presidente, durante l’anno appena trascorso ha ingaggiato una durissima lotta per ottenere l’eliminazione dell’incompatibilità tra la carica di presidente della Regione e quella di commissario. Ha anche sposato la linea di Renzi per il sì alle riforme costituzionali per arrivare all’obiettivo. E lo ha parzialmente raggiunto. Poco prima della consultazione referendaria, infatti, nelle pieghe della legge di stabilità è stata inserita la norma che rimuove l’incompatibilità. Ciò però non vuol dire che automaticamente il governo debba procedere alla rimozione di Scura. Anzi. Quest’ultimo continua ad avere rassicurazioni dal ministro Lorenzin, il cui partito esprime anche il vice commissario Andrea Urbani, in ordine alla sua permanenza in Calabria.

 

Oliverio, che comincia a sentire odore di bruciato anche in considerazione del disastroso (per Renzi) risultato referendario ottenuto in Calabria, ha deciso dunque di giocarsi il tutto per tutto e arrivare allo scontro frontale.

 

Questo il contesto in cui si inserisce la nota stampa diffusa ieri con la quale Oliverio annuncia di aver scritto una lettera a Scura invitandolo a procedere alla sospensione dei provvedimenti adottati in materia di assunzioni e di finanziamenti.

 

“Come le sarà certamente noto - scrive Oliverio - il Consiglio Regionale, nella seduta del 21 dicembre 2016, ha approvato una mozione con la quale mi impegna ad assumere ogni iniziativa finalizzata a rimediare all’illegittimità di alcuni decreti da Lei recentemente adottati e, in particolare, l’approvazione del piano delle assunzioni a tempo indeterminato di personale del SSR la definizione del livello massimo di finanziamento, per l’anno 2017, delle strutture erogatrici di prestazioni ospedaliere, nonchè territoriali, quest’ultimo assunto successivamente al predetto deliberato del Consiglio regionale. Tali provvedimenti risultano tutti meramente distributivi di risorse economiche e illegittimi per mancanza di istruttoria e conseguentemente privi di idonea motivazione in ordine ai bisogni di salute dei cittadini calabresi”.

 

Sanità, provvedimenti illegittimi: Oliverio scrive a Scura

 

“L’ampio dibattito sviluppatosi in seno alla più alta rappresentanza regionale – prosegue la lettera di Oliverio - ha evidenziato l’illegittimità o quantomeno l’inopportunità dei suoi provvedimenti, laddove assumono scelte strategiche, con inevitabili ricadute negli anni futuri, peraltro in assenza dei necessari requisiti di legittimità. Non posso non evidenziare che la Sua sollecitudine nella illegittima distribuzione delle risorse trova una strana coincidenza con l’approvazione della Legge di Bilancio 2017 che, non le sarà sfuggito, rimuove l’incompatibilità di funzioni tra presidenti di regione e Commissari ad acta per il debito. In attesa delle determinazioni del Consiglio dei Ministri sul punto, sarebbe stato doveroso soprassedere nell'assunzione di provvedimenti di rilevanza strategica sulle politiche sanitarie regionali. La invito, pertanto - conclude Oliverio - a voler procedere alla sospensione dei provvedimenti adottati, al fine di una più compiuta e approfondita analisi dei bisogni di salute della popolazione calabrese ed anche per evitare l’insorgere di controversie giudiziarie tra Regione e struttura commissariale”.

 

Oliverio, insomma, ha deciso di andare fino in fondo. Probabilmente anche a costo di rivedere pure i suoi recenti riposizionamenti all’interno del partito. Senza la rimozione di Scura è assai probabile, infatti, che anche il “renzismo” dell’ultimo periodo possa essere assai rivisitato.

 

Riccardo Tripepi