«Delle due l'una, o il revisore dei conti della sanità calabrese, Kpmg, ha terminato il suo compito e può tornare a casa, oppure non l'ha svolto a modo e deve andarsene a maggior ragione». Lo dichiara la deputata M5s Dalila Nesci, che sul contratto tra la Regione Calabria e il revisore Kpmg ha scritto una corposa lettera governatore Mario Oliverio e al suo vice, Antonio Viscomi, in qualità di assessore al Bilancio. Nella missiva che segue alla prima, del 15 maggio scorso, cui Oliverio non ha mai risposto, la parlamentare 5 stelle ha ribadito «il grave problema della durata del contratto tra Regione Calabria e Kpmg, che l'allora dg del dipartimento Tutela della Salute, Bruno Zito, portò inopinatamente sino al 2017, con possibilità di proroga sino al termine del 2018». «Non ci serve a nulla Kpmg, che ci costa oltre 3 milioni di euro all'anno. È – prosegue la deputata M5s – una zavorra imposta nei palazzi romani, un lusso immotivato in una fase delicatissima per il bilancio della sanità regionale, in cui i tagli proseguono e i servizi peggiorano, al punto da collocarsi all'ultimo posto in Italia». «Con una spesa dimezzata, la Regione – sottolinea la parlamentare – potrebbe avere una squadra di giovani revisori calabresi cui affidare i controlli contabili, così riducendo la disoccupazione e investendo in concreto sulle nuove generazioni, al di là delle solite chiacchiere e della retorica elettoralistica». «È illegittimo – conclude Nesci – il commissariamento della Regione per il piano di rientro dal disavanzo sanitario. La presenza di Kpmg è sempre più imbarazzante per il governo, che non ha mai chiarito quale ne sia l'utilità. Mi auguro, allora, che il presidente Oliverio e il vicepresidente Viscomi non si riducano a fare gli ufficiali pagatori, accettando con la bocca chiusa le imposizioni di Renzi e compari, che considerano la Calabria come terra di affari e allocchi».