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Stavolta il ministro della Salute Beatrice Lorenzin è stata più che esplicita sull’interpretazione dell’articolo della legge di bilancio che rimuove l’incompatibilità tra la carica di governatore e quella di Commissario per il piano di rientro dal debito sanitario. Riferendosi alla Campania e al presidente della giunta Vincenzo De Luca, ha spiegato che la legge prevede solo una “possibilità” e non obbliga di certo alla nomina automatica del governatore alla carica di commissario.
Continua il braccio di ferro tra Oliverio e Scura. E dal governo nessuna reazione
«Questa – ha detto Beatrice Lorenzin – rimane una scelta collegiale del governo, anche perchè esiste pure una legge che prevede che controllato e controllore non siano la stessa persona». Un vero e proprio attacco frontale a De Luca che con Renzi aveva stretto un patto sul referendum garantendo il ritorno della sanità nelle mani del governatore. Patto evidentemente saltato sia per i risultati avuti in Regione dal sì e poi anche perché Renzi non è più al governo.
Le dichiarazioni della Lorenzin hanno ovviamente scatenato il putiferio in Campania con De Luca e la sua maggioranza che hanno sparato ad alzo zero sul ministro.
Bruttissime notizie, insomma, per Mario Oliverio che, come il collega campano aspettava la nomina a commissario da parte dell’esecutivo nazionale. Il presidente della giunta calabrese dopo l’approvazione della legge di bilancio ha infatti più volte scritto al governo e al ministro per chiedere di procedere alla sostituzione di Massimo Scura e, comunque, di sospendere gli atti dell’Ufficio commissariale fino a tale momento. Oliverio aveva pure chiesto e ottenuto l’approvazione di una mozione da parte del Consiglio regionale che, però, non ha sortito alcun effetto.
«Inopportune le decisioni adottate da Scura». Oliverio scrive al ministro Lorenzin
Massimo Scura e il suo vice Andrea Urbani sono saldamente ai loro posti e il ministro Lorenzin aveva già fatto trapelare la sua intenzione di confermarli. Del resto Urbani è un’espressione del Nuovo Centrodestra e a Roma non sono per nulla convinti che l’attuale Commissario stia operando così male come predicano Oliverio e i suoi.
Adesso queste nuove dichiarazioni del ministro, seppure riferite alla Campania, sembrano non lasciare spazio a ulteriori dubbi: salvo clamorosi ripensamenti anche in Calabria il commissariamento proseguirà e dovrebbe rimanere in capo a Scura e Urbani. La delicatezza della vicenda, però, sta cominciando ad interessare anche le varie correnti del partito. Soprattutto la minoranza dem, di cui Oliverio e i suoi erano parte integrante fino a qualche tempo fa, ha fiutato la possibilità di inserirsi nella spaccatura che si sta creando tra i governatori del Meridione e l’ex premier.
Pierluigi Bersani ne ha parlato in modo esplicito definendo le recenti posizioni di De Luca e Oliverio, ma anche quelle del presidente della Puglia Michele Emiliano non soltanto legittime, ma anche figlie dell’attacco sferrato in assemblea nazionale da Renzi. Come si ricorderà l’ex premier, commentando il risultato della consultazione referendaria, aveva parlato di crollo al Sud, attribuendone la responsabilità “al notabilato” del Pd nel Meridione. Bersani ha tirato un amo insomma. Si vedrà nei prossimi giorni chi abboccherà.
Nel frattempo, però, Oliverio ha abbassato i toni sul tema e probabilmente sta studiando il da farsi anche in vista di eventuali riposizionamenti all’interno del partito.
Riccardo Tripepi