Il commissario ad acta ha avviato una ricognizione sulle strutture che ottengono i rimborsi pubblici. Assenza di controlli per anni, pugno duro anche con gli ospedali (ASCOLTA L'AUDIO)
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Il termine è fissato al 30 di giugno. Questa la data entro cui il commissario ad acta, Guido Longo, spera di riuscire a sistematizzare un settore, quello delle autorizzazioni e degli accreditamenti, abbandonato all'anarchia per anni. La spia dello sfascio si è accesa qualche mese fa, all'indomani del deflagrare del caso Sant'Anna Hospital di Catanzaro, clinica privata che per anni ha effettuato prestazioni assistenziali - a rimborso - per conto della sanità pubblica ma senza possedere un regolare accreditamento.
L'anarchia nel privato
Ma il caso a quanto pare non è affatto isolato. Da circa dieci anni nel settore Autorizzazioni e accreditamenti del dipartimento Tutela della Salute vige una situazione più che magmatica. Ad esempio, il controllo sul mantenimento dei requisiti di quelle strutture private che lavorano gomito a gomito col pubblico è stato totalmente assente, abbandonato all'iniziativa del singolo che in alcuni casi si è semplicemente limitato a gennaio di ogni anno ad inviare una autocertificazione in cui si dichiarava il mantenimento dei requisiti.
Nessun controllo
Nessun controllo da parte delle aziende sanitarie provinciali nè tanto meno del dipartimento Tutela della Salute che oggi si trova a dover regimentare un fiume carsico. Da qui il tentativo di sistematizzare il settore privato accreditato, migliaia di strutture in Calabria perentoriamente entro la fine di giugno dovranno presentare l'istanza per il rinnovo dell'accreditamento. Parimenti le commissioni preposte delle aziende sanitarie provinciali dovranno verificare i requisiti ed accertare l'idoneità delle cliniche private intenzionate ad ottenere rimborsi dal servizio sanitario per le prestazioni assistenziali che erogano.
Giro di vite sugli ospedali
Ma non è finita qua. Il pugno duro del dipartimento si è abbattuto anche sul pubblico, l'obiettivo sempre il medesimo: verificare l'accreditamento delle strutture pubbliche, reparto per reparto. Questa missiva è, per la verità, più recente ed è indirizzata a tutte le aziende sanitarie o ospedaliere calabresi, nessuna esclusa. Il dirigente pro tempore, Giacomino Brancati, vuol vederci chiaro dal momento che nel registro degli accreditamenti non risulterebbe alcuna struttura pubblica. L'indicazione, pertanto, è quella di trasmettere l'elenco dei singoli reparti e di ciascuna struttura riconvertita o ristrutturata.
Adeguare anche il pubblico
L'attività che punta a sistematizzare anche questo settore, rientra peraltro anche negli obiettivi che il commissario ad acta, Guido Longo, ha assegnato ai commissari straordinari delle aziende. I manager sono chiamati entro tre mesi ad adottare gli atti propedeutici all'adeguamento delle strutture pubbliche ai requisiti strutturali, tecnologici e organizzativi. E qui la missione appare davvero più ardimentosa che per il privato dal momento che molti ospedali e presidi sanitari sono più che vetusti. Tuttavia, la Regione chiede una ricognizione su tutti i beni immobili con destinazione sanitaria e i relativi atti all'esercizio dell'attività e, quindi, autorizzazioni, idoneità e possesso dei requisiti oltre ad una ricognizione sulle tecnologie in uso in ciascun reparto.