Sono parole durissime quelle del direttore della Cardiologia del policlinico universitario Mater Domini di Catanzaro e presidente della Società Italiana di Cardiologia, Ciro Indolfi, indirizzate al rettore dell’università Magna Graecia Giovambattista De Sarro e per conoscenza al Senato Accademico, al Commissario dell’Azienda Mater Domini,  Giuseppe Giuliano, e al Commissario alla sanità calabrese Guido Longo, a proposito della cancellazione della struttura di emodinamica dall’atto aziendale: «Oggi apprendo, per caso, che hai provveduto ad eliminare la struttura dipartimentale di emodinamica dall’atto aziendale già discussa e approvata con il commissario nel precedente atto aziendale. La decisione presa dal Rettore non condivisa e neppure tantomeno comunicata al sottoscritto, direttore dell’UOC di Cardiologia, può essere considerata non solo un grave atto di scortesia accademica ma soprattutto una scelta di grande miopia clinica».

«Scarsa riconoscenza»

«Devo altresì ricordare – prosegue Indolfi -  che ciò dimostra una scarsa riconoscenza verso le mie capacità organizzative e verso chi, anche se non sta a me ricordarlo, ha dato e da ogni giorno lustro alla nostra Università salvando la vita di migliaia di pazienti, inclusi molti docenti. Permettimi di ricordare che prima della mia presa di servizio presso l’Università Magna Graecia non esisteva una cardiologia con e senza emodinamica, elettrofisiologia, cardio-stimolazione, reparto, ambulatori, stress test, etc. Né esisteva l’UTIC da me organizzata nel 2008. Il laboratorio di emodinamica è stato il primo laboratorio pubblico ad introdurre lo stent coronarico per la cura dell’infarto acuto in Calabria e la mia è stata la prima unità operativa ad effettuare l’emergenza urgenza nell’Azienda Materdomini afferente all’Università Magna Graecia».

La richiesta di modifica dell'atto aziendale

Inoltre, come ricorda nella nota Indolfi , la cardiologia è l’unico centro in Calabria che effettua la riparazione percutanea della mitrale. «La mia attività scientifica è coerente con il settore scientifico con un H-index di 62, Top Italian Scientist, oltre a rappresentare da tre anni la Società Italiana di Cardiologia. Capisco che il Rettore ha poche competenze cliniche e che la riconoscenza non è un sentimento diffuso, ma mi corre l’obbligo di chiedere di modificare questo atto aziendale affinché non vengano distrutte, in questa Regione afflitta da atavici problemi e dalla piaga dell’emigrazione sanitaria, le unità operative che funzionano».