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Sempre più sfilacciato si avvia ormai alle conclusioni il rapporto tra il sub commissario Andrea Urbani e il commissario ad acta Massimo Scura. In una lunga missiva Urbani si sfoga, racconta, spiega ma due, in particolare, sono le novità che emergono.
Da un lato il fatto che Urbani, che è tra l’altro anche Direttore Generale della Programmazione sanitaria del ministero, è pronto a lasciare la presa, provato da un rapporto ormai asfittico con Scura. Dall’altro le motivazioni per le quali non si è piegato a firmare il decreto della discordia.
Quel provvedimento, il numero 50, visto come una manna dal cielo perché avrebbe dovuto portare alle assunzioni in sanità per il 2017. Ma se il settore brama nuove leve al suo interno e la stabilizzazione dei precari, il decreto, secondo Urbani, “non risponde ai parametri stabiliti dalla normativa nazionale come peraltro rilevato in più occasioni dai Ministeri vigilanti sull'attuazione del Piano di rientro dai disavanzi sanitari della Regione”.
Il sub commissario parla poi di tentativi di collaborazione con Scura al fine di rivedere il provvedimento andati a vuoto, fino all’elaborazione di una propria proposta che contempla l’assunzione di 1104 figure e il rispetto delle norme ministeriali. Fermo restando, sottolinea Urbani, che lo strappo con la struttura commissariale è ormai irricucibile.
Tiziana Bagnato