Il consigliere regionale del Pd sui ritardi nei pagamenti soprattutto nel settore sanitario: «Delle eventuali sanzioni da parte dell’Ue dovrebbero farsi carico direttori generali e commissari»
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«Secondo quanto si apprende dalla stampa, la Commissione Ue ha aperto una procedura di infrazione nei confronti all'Italia, perché non applica in modo corretto la direttiva sui ritardati pagamenti. Il settore che presenta maggiori criticità – scrive in una nota il capogruppo Pd in Consiglio regionale Domenico Bevacqua - è la sanità e la regione particolarmente segnalata nella lettera di messa in mora è la Calabria. Una tegola in più sulla testa della nostra Calabria e un danno di immagine al quale si aggiungerà, probabilmente, un altro danno economico. Infatti, generalmente le procedure Ue si concludono con sanzioni economiche e, nel caso in specie la Calabria, risulta indifendibile».
L’esponente dem esprime «preoccupazione per la situazione che potrebbe determinarsi, aggravando la situazione di emergenza che già vive la sanità calabrese». «Se il Paese dovesse subire sanzioni economiche - aggiunge Bevacqua - di queste se ne dovrebbero fare carico non le casse dello Stato ma i direttori generali e i commissari che amministrano o hanno amministrato gli enti sanitari. Già durante gli scorsi giorni avevo segnalato che la Sanità calabrese produce interessi passivi quantificabili tra i sessanta e gli ottanta milioni di euro per l'anno corrente. Forse mi ero sbagliato ma in difetto, considerato l'aumento per il 2023 sia degli interessi legali che hanno raggiunto la soglia del 5%, sia degli interessi di mora assestati al 10,50%. I commissari, che da un anno ormai si sono insediati nelle aziende, in molti casi non hanno dato concretamente segnali di inversione di tendenza. A questo andazzo bisogna porre fine. Ad esempio, non è possibile che alcune Aziende non riescono ad approvare i bilanci da anni. Il caso più eclatante è l'Asp di Reggio Calabria, che vanta un primato decennale di assenza di bilanci ove, sembrerebbe, ci sia un debito crescente senza controllo e conseguentemente un cumulo di interessi non più quantificabili».
«Il presidente Occhiuto - sostiene ancora il capogruppo del Pd - sostiene che entro metà anno azzererà i debiti e farà approvare i bilanci fino al 2022. Considerato, però, che il presidente aggiunge che la validazione della ricognizione non è stata ancora completata e, mancando due mesi per arrivare alla metà dell'anno, ci sembra un obiettivo utopistico. In queste condizioni è necessaria un'assunzione di responsabilità da parte del presidente Occhiuto attraverso magari la sostituzione di quei manager che, durante questo anno e mezzo, non hanno brillato, perpetuando stancamente una gestione fallimentare. Riteniamo che sia arrivato il momento di rimuovere quei manager incapaci individuando nuovi soggetti a cui affidare contrattualmente, entro un anno, la risoluzione della questione della contabilità e dell'azzeramento del debito. Ribadiamo che su questa materia c'è la massima disponibilità al confronto e anche al sostegno, se si vuole tracciare una via nuova che abbandoni le cattive e fallimentare prassi per attivare un percorso virtuoso che sia utile per i cittadini».