«Tra i tanti problemi che ha la Sanità calabrese, quello che riguarda il management è certamente tra quelli più complicati. Mettere le professionalità giuste nel posto giusto significa aver fatto già bene una parte del lavoro. Invece, purtroppo, in Calabria anche quando si individuano le persone giuste non si riesce mai a tenerle ancorate al posto di lavoro per una incapacità ( o non volontà?) cronica, da parte del Commissario, di operare scelte che facilitino la loro permanenza». Lo scrive in una nota Amalia Bruni, del gruppo del Pd e vice presidente della commissione Sanità in Consiglio regionale.

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«Il 31 dicembre - prosegue - scade, ad esempio, l'ultima proroga del decreto Calabria e la precarietà del management nelle strutture ospedaliere e delle stesse aziende sanitarie è una criticità che si ripercuote sui servizi e su tutto l'operato visto che si tratta di una precarietà che va avanti da anni. Tutte le aziende, a partire dalla Dulbecco necessitano di stabilità, di certezze per poter far fronte concretamente a un'emergenza gravissima. La vicenda di Vincenzo La Regina è emblematica, prima commissario dell'Asp di Cosenza, poi dell'Azienda ospedaliera Mater Domini e infine della Renato Dulbecco, che punta a divenire il centro ospedaliero più grande del mediterraneo con oltre 800 posti letto, ha da poco scelto di rivestire il ruolo di direttore sanitario dell'Asl 6 di Roma. La Dulbecco perde, quindi, un manager di provate qualità che viene lasciato andare nel momento più bello ed esaltante della sua sfida professionale qui da noi. Viene da chiedersi se ha abbandonato a cuor leggero o se non è stato messo nelle condizioni di operare al meglio».

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«Ora, per evitare di continuare a fare gli stessi errori - conclude Amalia Bruni - Occhiuto deve bandire, al più presto e senza più tentennamenti, i posti vacanti per tutte le aziende sanitarie e ospedaliere della Calabria per il posto di DG, dando loro la possibilità di formare una squadra di fiducia, perché per svolgere al meglio il compito occorre un team coeso che lavora strenuamente e in modo coordinato».