«Siamo tornati qui per chiedere interventi immediati per la sanità sul territorio. La protesta non si fermerà ad oggi, ma andrà avanti ad oltranza con iniziative alla Cittadella regionale, e se necessario anche a Roma». Parte da qui l’intervento della presidente dell’associazione Donne e Diritti, Stefania Fratto, durante il sit-in in corso all’ospedale di San Giovanni in Fiore. Un’iniziativa annunciata nei giorni scorsi per continuare a tenere accesi i riflettori sulla situazione deficitaria della sanità sul territorio silano. 

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«Sono tanti i servizi sanitari, ospedalieri e territoriali, che da tempo languono in uno stato di inefficienza e su cui rivendichiamo la massima attenzione di tutti i livelli Istituzionali finora assenti, distratti, disimpegnati. Nel lungo elenco degli interventi necessari per ristabilire un minimo segno – spiega Stefania Fratto - di reale inversione di marcia ricordiamo per l’ennesima volta: serve la Casa della maternità, o almeno l’attivazione del punto nascita; è indispensabile ed urgente potenziare l’organico strutturale dei medici ospedalieri con unità in medicina e chirurgia; sono necessari un pediatra e un ortopedico al pronto soccorso; cardiologo e gastroenterologo nel reparto di medicina. Serve far funzionare con i medici competenti le attrezzature medicali e diagnostiche presenti nell’Ospedale e non utilizzate con danno sanitario e grande spreco finanziario».

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Un sit-in al quale ha partecipato anche Maria Paola e il piccolo Gabriel, “protagonisti” nella notte tra il 23 e il 24 giugno scorso, di un parto sul pianerottolo di casa. Il terzo caso in pochi mesi che la comunità sangiovannese ha vissuto, con il punto nascita chiuso da anni e le donne partorienti costrette a trasferimenti verso gli ospedali di Cosenza e Crotone. 

Le motivazioni del sit-in di Donne e Diritti: