«In queste ore sono inondato di telefonate e messaggi di cittadini Sangiovannesi preoccupati di essere privati di un importante servizio sanitario». Comincia così la lettera inviata dall’ex governatore calabrese Mario Oliverio al direttore generale dell’Asp, Antonello Graziano. Il servizio di cui parla è quello della medicina specialistica e riabilitava che nel centro silano è garantita da anni dall’Anmic, ma la novità delle ultime ore è che, a seguito di una deliberazione dell’Asp, la struttura sanitaria sarà trasferita a Cosenza «per le prestazioni già autorizzate ed accreditate della Branca Specialistica di Medicina Fisica e Riabilitativa, per 80 prestazioni di Riabilitazione Estensiva Ambulatoriale e 50 prestazioni di Riabilitazione Estensiva Domiciliare». 

Una decisione che, rileva Oliverio, ha suscitato «sgomento e incredulità» nella popolazione. «Praticamente – sottolinea – nel più grande e popoloso Comune montano viene soppresso un servizio sanitario che opera da decenni e verso il quale persiste una elevata domanda  che non si riesce neanche a soddisfare pienamente in considerazione del processo di invecchiamento della popolazione e del conseguente aumento della domanda di detto servizio».

Oliverio invita Graziano a riflettere sul fatto che il trasferimento di questo servizio «non può avvenire senza approfondite, fondate e sostenibili motivazioni, men che meno sulla base di una semplice richiesta del titolare dell’azienda o sulla di un semplice accertamento della idoneità dei locali di destinazione del servizio in altro Comune, come tra l’altro distante 60 km, come si evince dalla delibera in questione. Non possono sfuggire alla sua attenzione e sensibilità – prosegue - . Le enormi implicazioni che la soppressione di detto servizio determinerà per centinaia di pazienti e rispettive famiglie».

Da qui l’appello a rivedere la decisione: «La comunità di San Giovanni in Fiore non merita di essere privata di un servizio cosi importante per la cura della salute – conclude Oliverio – Ritengo più che opportuno evitare inutili e dannose forzature e prevedibili giustificate tensioni sociali in una situazione già in sofferenza per la carenza dei servizi sanitari».