Il momento che più incide nella vita di una donna. Quel giorno che lascia assaporare sofferenza e dolore nel medesimo momento. Dopo aver raccolto testimonianze e pareri qualificati, abbiamo deciso di occuparci del parto e di come gli ospedali calabresi si siano riassestati post pandemia per non lasciare sole le mamme in quel particolare momento

Il covid ha segnato barriere invisibili che tutti abbiamo rispettato, anche se a malincuore. Padri lontani, familiari a casa collegati in videochiamate, mamme sole con i loro bambini. Stanche e stremate ma costrette a rispondere al momento di peculiare esigenza. Ma messo alle spalle questo brutto ricordo, tutta Italia ha ripreso quella via della normalità che prevede anche che il giorno più bello per dei genitori non diventi un incubo di sofferenza e solitudine. Va ricordato un aspetto non sottovalutabile: lo stress che il parto causa alle neo mamme che spesso, sopraffatte dal dolore e dalla stanchezza, cadono in quella depressione post partum sempre più frequente. 

A supporto di questa fragilità si è mosso un movimento a livello nazionale. E a parlare è il legale della Salvagente A.P.S., Valentina Starinieri che ha collaborato alla stesura dell'art. 7 1 - sexies legge 18 febbraio 2022 n. 11 (GU n.41 del 18.02.2022) a norma della quale "A decorrere dal 10 marzo ai direttori sanitari è data facoltà di adottare misure precauzionali più restrittive in relazione allo specifico contesto epidemiologico, garantendo un accesso minimo giornaliero non inferiore a quarantacinque minuti". Questa legge, promossa e sostenuta dal presidente Mirko Damasco, che si è battuto per mesi, anche con due scioperi della fame, è stata voluta per attivare reazioni da parte del governo. Ha rappresentato un importante freno alla discrezionalità delle direzioni sanitarie di inibire le visite con la "scusa" dell'aumento dei contagi.

Assistenza alle partorienti, la situazione negli ospedali calabresi

In particolare nel corso del 2022 questa realtà è intervenuta su alcuni ospedali calabresi facendo valere la normativa anzidetta e ripristinando gli accessi altrimenti negati. Ad essere attenzionati sono stati il Grande Ospedale Metropolitano "Bianchi-Melacrino Morelli, il Pugliese Ciaccio e l’Ospedale di Locri.

La battaglia si è estesa non solo al rispetto della legge, ma al rispetto delle linee guida dell'ISS e del position statement delle società scientifiche con riferimento ai diritti di assistenza delle donne nella fase del parto, post partum e degenza successiva e ai diritti di accesso dei caregiver in generale (per pazienti minori, con disabilità, grandi anziani allettati, malati terminali).

Nel 2023 l’intervenuto è stato fatto, su richiesta di alcune future mamme, per gli ospedali Pugliese Ciaccio e Locri. «In particolare sul Pugliese Ciaccio – ci ha confermato il legale -  abbiamo ottenuto la possibilità della partoriente di essere assistita, oltre che durante il parto e nel post partum, nella notte successiva al parto da parte di un caregiver donna. Questo è un punto su cui purtroppo si trova un limite, pregresso anche al covid, che non riconosce quindi il pieno diritto della donna a scegliere un caregiver, indipendentemente dal sesso, ledendo altresì i diritti del padre a stare con il proprio figlio».

Post parto, il caso Locri: le mamme scrivono al Garante della Salute

Su Locri l'intervento, invece, è molto recente. L’avvocato ha chiarito come siamo «emerse problematiche legate agli spazi limitati, a fronte del quale, in caso di parti contestuali non viene garantita nessun caregiver alla partoriente per non ledere la privacy delle altre donne. Per questo motivo ho inviato, in data odierna, una missiva al Garante della Salute della regione Calabria,  che replica tutte le nostre contestazioni e segnalazioni, chiedendo un intervento che permetta il rispetto dei diritti delle partorienti».

Un’attività continua che ha portato a fine gennaio all’invio di una missiva a tutte le regioni, Calabria compresa, chiedendo di specificare alle direzioni sanitarie provvedimenti omogenei da tenere nel rispetto dei diritti delle partorienti, ma ad oggi tale richiesta è rimasta priva di riscontro. «L'importanza del coinvolgimento delle regioni ci ha permesso – ha concluso l’avvocato -  in Lombardia di avere una importante pronuncia regionale in 01/02/2023 (protocollo G1.2023.0003887) che ha indicato alle strutture ospedaliere che “[…] Possono prestare assistenza continuativa, anche notturna, con accesso durante tutto l’episodio di ricovero, i caregiver delle seguenti categorie di Minorenni Donne ricoverate per parto, puerperio o complicanze della gravidanza; Condizioni di vita».