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L’ente regionale proporrà, inoltre, un ulteriore ricorso per motivi aggiuntivi rappresentati dal Decreto Commissariale n. 58 che, sia pure in autotutela, integra e modifica il decreto precedente, aventi entrambi lo stesso obiettivo.
La Regione, quindi, non arretra di un millimetro nella sua decisione di attivare tutte le sedi giurisdizionali oltre ad assumere tutte le dovute iniziative politiche ed istituzionali su una vicenda che travalica le competenze del Commissariato ed espropriano poteri propri della Regione stessa.
Dopo sette anni di Piano di Rientro qualcuno vorrebbe ricominciare daccapo con convenzioni e consulenze varie. La Regione non può essere scambiata per un ufficio pagatore: il Commissariato dispone e la Regione paga.
Se, poi, si confrontano lo statuto dell’Agenas e l’ipotesi di convenzione che vorrebbero sottoscrivere i Commissari, gran parte delle attività si sovrappongono.
Perché, allora, tanto accanimento? Qual è il vero obiettivo?
Portare consulenze onerose ad Agenas o operare per portare all’ordinarietà la sanità calabrese?