VIDEO | L'undicesima edizione dello studio, presentato a Roma, conferma un Paese diviso in due, con le regioni del Sud in affanno sulla qualità delle prestazioni
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La Calabria cresce in termini percentuali rispetto allo scorso anno, passando nel ranking generale da un indice pari al 24% a quello attuale del 30%, ma rimane ugualmente all’ultimo posto della graduatoria, come nel 2022, nell’undicesimo rapporto appena pubblicato dal Crea, il Centro per la Ricerca Economica Applicata in Sanità, che misura le performance regionali nell’ambito della erogazione delle cure.
Paese spaccato in più tronconi
Nel complesso tutte le regioni del Sud continuano a registrare pessime valutazioni, confermando, almeno nel comparto sanitario, un Paese spaccato in più tronconi con coefficienti eccellenti per il Veneto e le province autonome di Trento e Bolzano; intermedie ma comunque positive per Piemonte, Toscana, Emilia-Romagna, Lombardia e Marche; al di sotto della sufficienza per Liguria, Friuli-Venezia Giulia, Lazio, Umbria, Molise, Valle d’Aosta e Abruzzo. Da bollino rosso il livello di Puglia, Sicilia, Sardegna, Campania, Basilicata e, appunto, Calabria: di fatto l’intero Meridione è in affanno sulla qualità delle prestazioni. I risultati sono stati presentati a Roma nel corso di una conferenza ospitata nella sala Perin del Vaga di Palazzo Baldassini dal presidente del comitato scientifico Federico Spandonaro e dalla presidente del Consiglio di Amministrazione Daniela D’Angela.
Gli indicatori utilizzati
Diciotto gli indicatori presi in esame raggruppati in sei macro aree: appropriatezza, equità, economico-finanziaria, sociale, esiti e innovazione. La Calabria segna valori positivi solo su quelli riferiti all’ospedalizzazione evitabile per malattie croniche, all’indice di salute mentale, alla spesa pro-capite standardizzata, all’implementazione della rete oncologica e allo sviluppo del fascicolo sanitario elettronico, mentre ottiene il peggior risultato in assoluto nell’ambito del livello di tutela socio-sanitaria offerta ai propri cittadini residenti. Il rapporto raccoglie il punteggio dato alle Regioni da oltre 100 esperti raggruppati in un Panel multi stakeholder diviso in cinque grandi gruppi: utenti, istituzioni, management aziendale, professioni sanitarie e industria medicale. Proprio gli utenti si sono espressi nella maniera meno negativa sulla Calabria, consentendo in questa specifico segmento, un piazzamento meno drammatico, al diciassettesimo posto, davanti a Puglia, Sicilia, Sardegna e Basilicata, ma comunque ampiamente al di sotto di valori accettabili.