Fra i tanti fenomeni distorti della sanità calabrese c’è anche quello dei cosiddetti “medici imboscati”. Stiamo parlando di operatori sanitari che dopo qualche tempo trascorso in corsia, “marcano visita” e si fanno trasferire nei reparti amministrativi per motivi di salute e di incompatibilità con la mansione per la quale erano stati assunti. Il paradosso è che mentre le corsie si svuotano, gli uffici invece rischiano il sovraffollamento. Un fenomeno talmente diffuso che è stato oggetto anche di un servizio delle Iene che ha dato numero davvero incredibili. Ma quanti sono i medici e gli operatori sanitari imboscati nella nostra sanità?

Il capogruppo del M5s, Davide Tavernise, ha deciso di andare fino in fondo in questa vicenda e da un lato ha presentato apposita proposta di legge per arginare il fenomeno; dall’altro ha chiesto l’accesso agli atti di tutte le aziende sanitarie e ospedaliere della Calabria per avere il quadro completo della situazione. Non è stato facile avere i dati, ma dopo qualche mese pare che il consigliere regionale abbia finalmente in mano i numeri.

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Difatti ha annunciato per il 3 maggio, alle 11,30, presso l'Hotel President, Quattromiglia di Rende, una conferenza stampa per presentare i dati sui così detti "medici imboscati". Nell’accesso agli atti, avanzato il 27 ottobre scorso, il consigliere chiedeva il dato numerico del personale sanitario dell’Azienda impiegato in attività rientranti nel ruolo amministrativo o comunque adibito a mansioni diverse da quelle per le quali è stato assunto in categoria e profilo professionale di appartenenza e il dato numerico sul personale sanitario dell’Azienda in possesso di inidoneità certificata allo svolgimento delle mansioni previste.

Intanto nella stessa conferenza stampa si farà il punto sulla legge che ha presentato lo stesso Tavernise e che è composta di soli sette articoli. Su questo nelle settimane scorse il grillino aveva denunciato una certa compiacenza della politica verso il fenomeno. «Mi preme constatare - aveva detto il consigliere -, che anche la politica ad oggi non sembra intenzionata a risolvere pienamente la questione. Non è un caso, allora, se la mia proposta di legge anti-imboscati, presentata in data 14 ottobre 2022, non sia ancora stata calendarizzata. Eppure non tocca le casse della Regione: è a costo zero».

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Vedremo se la conferenza stampa riuscirà ad accelerare l’iter della legge. L’obiettivo come detto è quello di arginare la cronica mancanza di personale nelle aziende sanitarie calabresi recuperando il maggior numero di medici, infermieri e ausiliari possibili; dall’altra si vuole mettere fine alla cattiva prassi in base alla quale molti operatori sanitari vengono collocati in uffici amministrativi, evitando così di operare, per la qualifica per la quale sono stati assunti, in corsia.

Naturalmente Tavernise non vuole gettare il bambino con l’acqua sporca per cui la legge non si applica per le persone che sono state collocate altrove per problemi fisici o gravi patologie certificate. Ma anche su questo, sul fronte dei controlli, la legge introduce novità con l’istituzione di una visita medico collegiale, a cadenza annuale, per verificare la persistenza dell’impedimento. La legge prevede infine che chi abbia svolto per dieci anni mansioni diverse da quelle per cui era stato assunto non dovrà essere ricollocato nella mansione originaria. La norma prevede che entro sessanta giorni dalla sua eventuale entrata in vigore, le aziende sanitarie, le aziende ospedaliere e quelle universitarie compiano una ricognizione dei sanitari adibiti ad altre funzioni e poi, nei casi previsti, ordinino il rientro nei ruoli previsti. Sarà sempre cura delle aziende inviare all’assessorato per la Tutela della Salute il resoconto delle determinazioni assunte a seguito dell’attività ricognitiva, certificando l’insussistenza di ulteriori casi di svolgimento di mansioni difformi da quelle del profilo professionale di appartenenza. C’è chi è disposto a votare questa norma?