Ieri sera c’era in servizio solo un operatore sanitario (precario) su quattro. Personale ridotto all’osso e da anni stremato dai carichi di lavoro
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Completamente in tilt, a tal punto da dover paventare l’intervento delle forze dell’ordine. La situazione in cui versa il pronto soccorso dell’ospedale Giannettasio di Corigliano Rossano – presidio ospedaliero dello spoke a due teste che copre tutta l’emergenza urgenza della Sibaritide, col surplus di turisti del periodo – è di quelle esplosive.
Il turno di ieri sera è stato da panico, con una sola infermiera presentatasi in servizio – per giunta precaria – a causa della concomitante malattia in cui si sono posti ben undici dei suoi colleghi su una pianta organica composta di ventuno. Solo ad un certo punto della serata, è giunto un rinforzo dal pronto soccorso del “Compagna”.
Un congedo simultaneo di undici sanitari, insomma, che proietta più di qualche cono d’ombra sulla vicenda, considerate le vibrate proteste inscenate almeno nell’ultimo lustro ormai, a causa della cronica carenza di personale.
Non vi è dubbio, dunque, che lo stato d’animo del personale ospedaliero non sia dei migliori, poiché già stanchi ed avviliti al primo luglio e con l’impossibilità di riuscire a ritagliarsi qualche giorno di riposo dopo anni di sacrifici e passati in trincea nel periodo pandemico.
I rinforzi che l’Asp di Cosenza sta reclutando, non stanno offrendo al momento i risultati sperati, anche perché le maternità o i trasferimenti di infermieri dal pronto soccorso ad altri reparti – a loro volta anche questi in estrema difficoltà – non vengono sostituiti. Questa mattina, intanto, al pronto si soccorso andava leggermente meglio: erano in due gli infermieri in servizio sui quattro previsti.
Insomma, che il deficit di personale sia il più imponente dei problemi della sanita calabrese, non sembrano esserci dubbi. La questione si aggrava se, però, si tirano in ballo i privilegiati, ovvero gli “imboscati” di cui tutti parlano – all’interno delle strutture sanitarie – e che fanno il paio con il grande valzer suonato dai cosiddetti “baronati” ospedalieri, ovvero quei primariati che “pesano” più ed ottengono a discapito di altri, innescando l’effetto della coperta corta. Tirare da una parte, scopre dall’altra.