Si è rivolto al procuratore di Catanzaro, Salvatore Curcio, per denunciare lo stato catastrofico in cui versa il sistema delle prenotazioni e delle liste d’attesa dell’Asp di Catanzaro.
Fiore Isabella, ex consigliere comunale di Lamezia Terme e attualmente presidente del Tribunale per i diritti del malato, parla della sua personale e frustrante esperienza di cittadino disarmato davanti a un sistema sanitario allo sbando.

Impossibile fare quattro esami su sei

Isabella spiega di essersi trovato, a fine febbraio, difronte alla necessità di fare una serie di esami specialistici e di essersi rivolto al numero del Cup dell’Asp (0961 789789).
«Superata la fase della registrazione, propedeutica all’avvio delle prenotazione, le mie richieste hanno ottenuto i seguenti esiti», racconta Isabella: la colonscopia con classe di priorità P (ovvero programmata, da prenotare entro 120 giorni dalla data della ricetta), ha dato esito calendario bloccato perché non pervenuto. Stesso risultato hanno dato i tentativi di prenotare un elettrocardiogramma con visita cardiologica di controllo all'ospedale di Lamezia, un ecocolordoppler e spirometria globale con visita pneumolgica, esami che il medico curante aveva prescritto con classe di priorità D (ovvero differita, entro 30 giorni per le visite / 60 giorni per gli accertamenti diagnostici).
Fiore Isabella è riuscito a prenotare solo un elettrocardiogramma dinamico a Germaneto che è riuscito a fare a metà marzo, e un’ecocolordopplergrafia cardiaca a Germaneto per il 24 luglio. Da sottolineare come quest’ultimo esame è stato fissato ben oltre i 60 giorni previsti dalla classe di priorità D.

«Si consegnano i cittadini alla sanità privata»

La prevenzione, dice Fiore Isabella, «non si assicura con le liste d'attesa in stile "Aspettando Godot", né con la sospensione delle prestazioni con la disattivazione dei calendari delle prenotazioni; le prenotazioni degli esami strumentali propedeutici a visite specialistiche di controllo, configurandosi come sistemica presa in cura del paziente, dovrebbero seguire un percorso che tenga conto della continuità clinico-relazionale e non cedere alla deriva dell’episodicità».
Il risultato è consegnare i cittadini, «quelli che se lo possono permettere» alla sanità privata.

Cosa prevede la legge

Senza contare, spiega Isabella, che disattivare i calendari delle prenotazioni va anche contro il «Piano nazionale di governo delle liste di attesa ancora in vigore, oltre ai Piani regionali».
Isabella cita la legge 266 del 23 dicembre 2005 «che vieta la sospensione delle attività di prenotazione delle prestazioni» e la legge 724 del dicembre 1994 «che prevede l’obbligo di tenuta del registro delle prestazioni specialistiche ambulatoriali, di diagnostica strumentale e di laboratorio e dei ricoveri ospedalieri ordinari».

«Si colpiscono i cittadini fragili»

Fiore Isabella nella pec inviata al procuratore Curcio denuncia il fatto che «si tratta di episodi fisiologici di una struttura organizzativa indiscutibilmente complessa, ma di criticità sistematiche che interessano una enorme platea di cittadini e cittadine calabresi particolarmente fragili, che hanno scelto di rassegnarsi piuttosto che resistere, pazientemente, alle disattenzioni istituzionali con i mezzi della democrazia e della civiltà. Disattenzioni che nella sanità pubblica investono, tra le altre, liste d'attesa e tempi proibitivi per visite specialistiche ed esami strumentali. Criticità che affondano le radici nei famigerati piani di rientro che hanno inesorabilmente svilito i servizi sanitari, tagliato medici e infermieri, prefigurando una sorta di Armageddon della sanità pubblica».

«Nel caso della programmazione del mio, vista l'età, indispensabile "check-up", – scrive Isabella – su sei richieste di servizi specialistici e strumentali al Cup provinciale di Catanzaro solo due hanno avuto accoglimento; le altre quattro prestazioni non erano prenotabili perché i calendari risultavano sospesi, in totale spregio delle norme che vietano la sospensione delle attività di prenotazione e che prevedono l'obbligo di tenuta del registro delle prenotazioni specialistiche, ambulatoriali, di diagnostica strumentale e di laboratorio e dei ricoveri ospedalieri ordinari».

L’appello al procuratore

Isabella, infine, rivolge un appello al procuratore: «Sono profondamente convinto che la sua voce, al di là del probabile rilievo penale di un'interruzione di pubblico servizio consumato ai miei danni, possa aiutare chi non ha i soldi per accedere a quello privato, a riacquistare un minimo di fiducia nello stato di diritto».