La deputata M5s Dalila Nesci ha scritto al presidente della Repubblica, Sergio Mattarella, a proposito dell'integrazione tra l'ospedale “Pugliese-Ciaccio” e il policlinico universitario di Catanzaro. Al capo dello Stato la parlamentare ha chiesto, già dalla sua imminente visita in Calabria, «un intervento di riequilibrio dell'ordine naturale delle potestà legislative e dei rapporti istituzionali».

 

Indirizzata anche al governatore Mario Oliverio e al presidente del Consiglio regionale, Nicola Irto, la lettera della parlamentare nasce dal fatto che il commissario Massimo Scura e il sub-commissario Andrea Urbani intendono decretare l'integrazione, obbligando il consiglio regionale a rimuovere ogni ostacolo normativo. La deputata 5 stelle ha argomentato giuridicamente l'infondatezza del percorso avviato dalla struttura commissariale, che a suo avviso sta gravemente abusando della delega del governo.

 

«I gravi tagli alla spesa sanitaria – ha sottolineato la parlamentare – operati nell'ambito del suddetto piano di rientro, progressivi e sempre penalizzanti, sono un vero imbroglio. Lo conferma il X Rapporto Sanità, da cui emerge che» i cittadini calabresi «sono costretti ad affrontare in proprio aggravi molto maggiori rispetto a quelli di aree settentrionali del Paese, benché la Calabria abbia meno finanziamenti sanitari, più patologie croniche e comorbilità». «In sostanza – ha rimarcato l'esponente M5s – il piano di rientro serve a perpetrare una remota logica di marginalizzazione dell'estrema punta del Sud italiano, coperta dalla vulgata degli sprechi locali e delle ridondanti necessità di correttivi, spesso funzionali a mere mire affaristiche, consentite e alimentate a più livelli istituzionali». «Il commissariamento – ha scritto Nesci – si traduce, nei fatti, in un mezzo per cancellare servizi sanitari essenziali, comprimere il diritto alla salute, attivare forzatamente delle consulenze e favorire strutture sanitarie, come il policlinico dell'Università di Catanzaro, che hanno già utilizzato in scioltezza ingenti risorse pubbliche, con conseguenti disavanzi e vicende ancora da chiarire».