«A breve, tra massimo due settimane ci sarà una riunione preliminare per cercare di dare un input affinché tutte le operazioni partano al più presto. Abbiamo bisogno del nuovo ospedale, abbiamo i fondi, dobbiamo farlo sia per il territorio che per i cittadini». A dare notizie sull'iter di realizzazione del nuovo ospedale di Catanzaro è il presidente del Consiglio regionale, Filippo Mancuso, a margine di una iniziativa sul tema dell'umanizzazione delle cure.

Il presidente dell'assemblea regionale ha riferito di una imminente riunione: «Ci riuniremo con il dirigente regionale dell'edilizia sanitaria per mettere a punto già in via preliminare le varie opzioni poi ci sarà anche una interlocuzione con il Comune di Catanzaro per trovare una intesa».

La realizzazione di un nuovo ospedale nella città capoluogo era stata prevista nell'accordo di programma sottoscritto nel 2007, poi nel 2012 stralciato dal ministero della Salute a causa del mancato avvio del processo di integrazione tra i due ospedali. Con l'accorpamento dei due presidi nell'azienda ospedaliero universitaria Dulbecco i fondi ora sono stati sbloccati.

Al momento manca la progettazione ma soprattutto una intesa sull'ubicazione del nuovo edificio sanitario, argomento che in passato si è dimostrato divisivo e ha suscitato veementi polemiche in città. «Io penso che non ci saranno dubbi» ha chiarito il presidente del Consiglio regionale. «Penso che l'idea sia quella di realizzare il nuovo ospedale vicino all'ex policlinico e di trasformare l'ex ospedale Pugliese in una casa della salute però valuteremo e vaglieremo altre ipotesi che siano migliorative rispetto a questa opzione» ha concluso.

Molto critico, invece, sul progetto di realizzazione di un secondo pronto soccorso all'ex policlinico si è mostrato il consigliere regionale e comunale, Antonello Talerico, presente all'iniziativa. «Sull'ambizioso progetto di realizzare un doppio pronto soccorso dobbiamo metterci in testa che non è possibile perché dove c'è un pronto soccorso devono esserci tutte le unità operative di supporto. Non possiamo avere, come accade ancora oggi, unità operativa quadruple o quintuple perché ciò non rende il sistema sanitario efficiente ma anzi lo indebolisce».

«Il secondo pronto soccorso può essere utile e funzionale nella prospettiva di spostare anche il Pugliese nell'area dove opera oggi il policlinico» ha chiarito ancora. «Non è possibile avere due pronto soccorso, è possibile invece integrare tenendo conto della territorialità, aprendo qualche spoke in più e investendo di più sulla medicina del territorio a cui pare nessuno interessi. Ciò risolverebbe il problema del pronto soccorso ma anche quelli legati ad una diversa organizzazione sanitaria».