VIDEO | La crisi finanziaria di Tecnis, capofila del raggruppamento di imprese, non dovrebbe ostacolare la realizzazione dell'opera. Il commissario ha rassicurato sull'imminente cessione di alcun asset societari
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Undici anni sono trascorsi dalla firma dell'accordo di programma che impegnava 150 milioni di euro per la costruzione del nuovo ospedale di Palmi. Era il 2007 e il presidente della Regione Calabria era Agazio Loiero. E almeno un altro anno sarà necessario per la posa della prima pietra di un'opera attesa quanto travagliata. Si è aperta questa mattina a Catanzaro la conferenza dei servizi utile all'acquisizione dei pareri propedeutici alla verifica del progetto definitivo, secondo step di un iter ancora lungo e che dovrebbe, il condizionale è d'obbligo, condurre nell'estate del 2019 alla consegna dei lavori alla società concessionaria costituita da un ente consortile la cui capofila è il colosso Tecnis.
Sarà il raggruppamento d'imprese a occuparsi della costruzione dell'opera che dovrebbe inglobare gli ospedali di Polistena e di Gioia Tauro potendo disporre di una dotazione di 339 posti letto. Parallelamente all'iter progettuale corre, infatti, la vicenda finanziaria che ha travolto Tecnis dopo l'interdittiva antimafia che ha di fatto paralizzato le attività societarie portandola dapprima al commissariamento e poi alla decisione di cedere quote sul mercato.
«Tecnis sta vivendo un momento di trapasso perchè è in fase di attuazione la fase di vendita dei complessi aziendali - ha chiarito Saverio Ruperto, commissario straordinario del gruppo -. Stiamo quindi gestendo questa fase unitamente all'andamento dei lavori». La società ha di recente avviato una manifestazione di interesse a cui, secodo quanto riferito dal commissario, avrebbero partecipato alcune ditte disposte ad acquistare gli asset posti in vendita.
Luana Costa