Un anestesista rianimatore in servizio al nosocomio locrese ha effettuato una manovra salvavita cruciale salvando un piccolo da morte certa
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La percezione del pericolo immediata, la manovra salvavita e il piccolo che ritorna a respirare. Così, grazie ai gesti di grande umanità e capacità professionale, la medicina cubana mostra il suo volto migliore ed il grande supporto al sistema sanitario calabrese. Nei giorni scorsi, all’ospedale di Locri, grazie ad una manovra salvavita un anestesista rianimatore ha salvato la vita ad un bambino di quattro anni anni: una notizia di quelle che danno speranza, anche alla luce delle disastrate condizioni della sanità calabrese.
Molto spesso, infatti, dagli ospedali calabresi arrivano notizie di organici sottodimensionati, di denunce per malasanità, di carenze di personale e spesso anche di materiali che fanno finire i nosocomi calabresi nelle prime pagine: stavolta invece è una bella storia a prendere la copertina, una storia soprattutto a lieto fine per il felice esito che alla fine ha avuto.
Locri, un bimbo di quattro anni torna a respirare grazie a una manovra salvavita
È successo tutto all’Ospedale di Locri: un bambino è arrivato in gravi condizioni all’ospedale, con problemi di respirazione. Immediata la presa in carico del pronto soccorso ed in particolare di uno dei professionisti cubani in servizio presso la struttura reggina: pochi attimi ma decisivi, una manovra salvavita da parte dell’anestesista rianimatore che ha consentito al bambino di stabilizzarsi e di poter essere curato. Un vero e proprio intervento salvavita, che dà il senso di quanto importante sia stato potenziare gli ospedali spoke. Il bimbo è stato poi ricoverato e adesso sta bene, insieme ai suoi cari.
«Ho fatto solo il mio lavoro, noi medici salviamo vite, di quello ci occupiamo» ha spiegato il medico, che non ha voluto rilasciare dichiarazioni e che non vuole le luci della ribalta per quella che considera una normale routine. Tutto vero, se non fosse che in questi anni caratterizzati da tagli al personale, macchinari non funzionanti o assenti, siamo abituati ad ascoltare solo brutte notizie dagli ospedali calabresi. Ecco perché una storia di normalità fa notizia: perché oltre il marketing, oltre la dialettica politica, negli ospedali calabresi c’è bisogno di una cosa sola, medici che salvano vite.