Il 28 giugno 2023 sarà una di quelle date da cerchiare in rosso. Sarà quello il giorno in cui la cabina di regia convocata con al tavolo la Regione e la società concessionaria, la D’Agostino, deciderà il futuro dell’ospedale della Sibaritide.

Sul piatto finirà la variante progettata in meno di tre mesi dalla stessa D’Agostino, utile ad aggiornare un ospedale concepito nel 2013 alle normative 2023. A quel tavolo il progetto sarà analizzato, eventualmente approvato e quindi finanziato. La variante prevede tutta una serie di upgrade: quello in ambito sanitario derivante anche dalla pandemia, quindi per esempio i percorsi caldo-freddo, quelli – tra gli altri – relativi all’impiantistica, alle tecnologie ed al risparmio energetico. Aggiornamenti alcuni certamente necessari, altri opportuni, che serviranno proiettare l’ospedale della Sibaritide nel futuro.

La variante dovrà incassare anche l’ok da parte dell’Asp, ad esempio, o da enti come i vigili del fuoco, il genio civile ecc. e c’è chi scommette che i visti saranno pronti già per quel fatidico giorno.

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L’ospedale della Sibaritide, è strutturalmente concluso. Fondamenta, pilastri, solai sono lì, in bella mostra in contrada Insiti, terra di mezzo di Corigliano Rossano. Manca però tutto il resto, comprese le tecnologie e le strumentazioni sanitarie. D’altronde sarebbe stato un controsenso proseguire nella costruzione una struttura datata di almeno dieci anni. Che tutto questo lo si potesse immaginare – e quindi intervenire – per tempo, è cosa nota, perché tutte le parti in causa sapevano – e sanno bene – che un ospedale non si può consegnare “chiavi in mano” già vecchio di almeno dieci anni.

I problemi, la burocrazia e le nubi – anche di carattere finanziario – che si sono addensati sull’ospedale faranno slittare la consegna dei lavori e l’entrata in esercizio, di circa – mese più, mese meno – un paio d’anni. Il 28 giugno quella dedline sarà spostata in avanti dalla primavera 2024 originariamente prevista, ad una qualche data compresa tra il 2025 e il 2027.

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In mezzo, ci sarà da calcolare il computometrico ed il quadro economico finanziario della variante: si ipotizzano tra i 70 e i 90 milioni di euro. Ovvero circa il doppio dei 93 milioni previsti nel 2013 (che lievitano a 144 contemplando circa 1,9 milioni annui di canoni di gestione della struttura, affidata per 28 anni al concessionario, come prevede l’appalto). In fase di cabina di regia è presumibile anche che le parti – ente appaltante e concessionario – “tratteranno” l’ammontare relativo alla variate per abbattere i costi.

Il 28 giugno, dunque, si deciderà il futuro dell’ospedale della Sibaritide. E forse – paradossalmente – anche del nuovo ospedale della Piana, il cui concessionario è sempre la D’Agostino.

A Corigliano Rossano, al momento, non filtra grande pessimismo, ma nemmeno una ventata di ottimismo, considerando la tentacolare burocrazia ed i soldi da mettere sul piatto. Si rimane sostanzialmente ancorati alle speranze alimentate dalla politica e dal presidente della Regione e commissario alla sanità Roberto Occhiuto, che sulla vicenda ospedale della Sibaritide, già visitato in un paio di occasioni, si è già esposto in più occasioni. Peraltro sarebbe un clamoroso autogol politico quello di giungere alle prossime elezioni regionali senza aver chiuso la pratica almeno nella Sibaritide – un bacino d’utenza di 250 mila abitanti – o peggio, lasciare eventualmente ad altri di accenderne le luci.