Sale di livello la moral suasion nei confronti del commissario per il piano di rientro dal debito sanitario Massimo Scura. Il governatore Mario Oliverio, al termine di un lungo incontro con i direttori generali delle Aziende ospedaliere e sanitarie calabresi, ha ottenuto quello che cercava: il via libera dagli operatori di settore ad una nuova iniziativa nei confronti di Scura.

 

Al termine della riunione, alla quale hanno preso parte anche il direttore generale del dipartimento Salute, Riccardo Fatarella, il segretario generale della giunta, Ennio Apicella, il delegato del presidente Oliverio alla Salute Franco Pacenza e il presidente della terza commissione consiliare 'Salute' Michele Mirabello, si è deciso di inviare un documento ufficiale all’Ufficio del Commissario.

 

Una lettera dai contenuti più che espliciti con la quale si chiede “il rinvio del termine per l'adozione degli atti aziendali e l'immediata apertura di una fase di confronto con le Aziende territoriali ed ospedaliere, coordinate dal dipartimento regionale 'Tutela della Salute', che possa rapidamente rendere applicabile una pianificazione della rete ospedaliera che così come è oggi non sarebbe applicabile e creerebbe un ulteriore peggioramento sia della qualità dei servizi erogati ai cittadini calabresi e sia del contenimento della spesa e dell'uscita dal piano di rientro”.

 

Ovviamente il tema sarà ripreso a Lamezia dalla Consulta del Pd che si riunirà, alla presenza del segretario regionale Ernesto Magorno, del presidente Oliverio e della deputazione calabrese, proprio per discutere dell’attuale e delicata fase che sta vivendo la sanità calabrese. Anche da quel palcoscenico, di certo, andrà in onda una compatta e dura presa di posizione contro i decreti di riordino della rete ospedaliera e, più complessivamente, della gestione commissariale del comparto.

 

Non c’è però ancora l’intenzione di arrivare allo scontro. Lo dimostra la circostanza che il presidente del Consiglio regionale Nicola Irto ha rinviato di una settimana la seduta dell’Assemblea (spostata dal 24 marzo al 31) che era stata convocata per discutere di sanità. Con la fortissima possibilità che il dibattito a palazzo Campanella si potesse trasformare in un vero e proprio processo istituzionale al Commissario Massimo Scura e al suo vice Andrea Urbani. La timida apertura di Scura ai primari di Vibo (per la prima volta il commissario ha aperto a possibili modifiche del decreto) e le indicazioni romane che sperano ancora nella possibilità di una mediazione hanno convinto tutti a prendere ancora tempo. Anche perché, come ha più volte avuto modo di spiegare il capogruppo del Pd in Consiglio Sebi Romeo, l’intenzione è quella di portare il Consiglio all’approvazione di un documento unitario e all’assunzione di ogni altra iniziativa per bloccare il decreto 30. A quel punto lo scontro non sarebbe più sanabile.


Ed allora al via altri dieci giorni di passione per capire se esistono i margini per superare l’attuale impasse che oltre ad essere gestionale è anche politico. Lo ha ricordato bene l’ex sindaco di Lamezia Gianni Speranza che ha chiesto pubblicamente come mai il Pd calabrese sia così compatto e duro nelle critiche a Scura, ma poi non faccia parola della questione a Renzi che pure lo ha nominato e spedito in Calabria. Provocando anche sul tema di quel “partito unico”, motore immobile delle ultime decisioni del governo regionale e nazionale, non ultima quella della prestigiosa nomina ottenuta da Andrea Gentile, figlio di Tonino, senatore e coordinatore regionale del Nuovo centrodestra.


Una contraddizione, quella rilevata nei movimenti interni al Pd calabrese, che rimasta sopita fino ad ora si troverebbe costretta a esplodere in caso di esasperazione del contrasto tra Oliverio e Scura costringendo generali e colonnelli, a Roma come in Calabria, a schierarsi apertamente facendo capire davvero se è ormai vero che nei democrat calabresi sono tutti renziani.

 

Riccardo Tripepi