Il sindacato Nursing up ha inoltrato una istanza di diffida e messa in mora per chiedere la revoca della delibera adottata dall’Asp di Cosenza, delegata da Azienda Zero alla gestione del sistema regionale di Emergenza urgenza. Il provvedimento finito nel mirino del sindacato riguarda nello specifico l’individuazione temporanea dei responsabili operativi, referenti clinici e dei coordinatori del servizio regionale del 118.

«Preliminarmente, è doveroso evidenziare come la nomina sia avvenuta in maniera del tutto arbitraria ed illegittima, nonché in chiaro sfregio alla normativa di settore e del contratto collettivo nazionale del lavoro sanità 2019/2021» si legge nella diffida. «Posto che è senz'altro necessario individuare le figure dei responsabili ma è altrettanto vero che ciò debba avvenire o, meglio, sarebbe dovuto avvenire, mediante selezione pubblica e non di certo tramite una selezione privata del personale indicato in delibera».

Secondo il sindacato «questo modus operandi, già di per sé offensivo nei confronti dei lavoratori che non hanno potuto (ma avrebbero voluto), per forza di cose, partecipare ad alcuna selezione pubblica, comporterà, inevitabilmente, che i lavoratori di fatto esclusi si troveranno in un futuro prossimo scavalcati da chi ha già occupato quella posizione, scelta questa, lo si ribadisce, effettuata dall'azienda capofila secondo una valutazione curriculare unilaterale, discrezionale e contra legem».

In ragione di ciò, si chiede la revoca della deliberazione «poiché ingiusta ed illegittima e, per l'effetto, ad individuare i responsabili operativi, i referenti clinici ed i coordinatori espletando le procedure concorsuali».

«La inevitabile conseguenza di tutto ciò, qualora non venga immediatamente posto un freno a questa incresciosa situazione, sarebbe la verificazione di un consistente danno erariale, di un incalcolabile danno alle Asp, del maggior e peggior danno, ovvero quello della tutela della salute dell'intera collettività».

Il sindacato avverte che «decorsi inutilmente ulteriori giorni 30 dalla ricezione della presente, si darà corso alle opportune azioni giudiziarie, sia in sede civile che penale, per la tutela dei lavoratori».