Reduce da un’ischemia cerebrale, una donna di 67 anni ha peregrinato inutilmente per i nosocomi della Piana alla ricerca dell’apparecchio indispensabile per l’esame medico che doveva effettuare: «Chi non ha soldi che fa, muore?»
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Una donna, che mesi fa è stata colpita da ischemia celebrale, lamenta carenza di attrezzature negli ospedali della Piana di Gioia Tauro. La paziente si è rivolta invano alle strutture pubbliche sanitarie di Polistena, Gioia Tauro e Palmi che però non hanno l’apparecchiatura adatta per svolgere un esame indispensabile e perciò - denuncia – è stata costretta a comprarla pagando 160 euro. A questa ingente spesa per una persona che percepisce una pensione minima, va aggiunta la visita del neurologo privato costata 120 euro, poiché in una struttura pubblica sarebbero passati mesi e mesi.
«Era un esame delicato, per me di fondamentale importanza. Ho girato per i vari ospedali e nessuno aveva l'apparecchiatura adatta al mio caso - racconta C.C., 67 anni, residente a Gioia Tauro -. Avevo la necessità di un piccolo registratore portatile Holter da 96 ore, che mi venisse applicato per individuare le anomalie che il neurologo sospettava provenissero dal cuore, ma mi hanno risposto che era disponibile solo uno da 24 ore, che a me non serviva affatto. Così ho iniziato a peregrinare per trovarne uno in offerta presso le farmacie. Prima a Rosarno mi hanno chiesto 200 euro, poi a Gioia Tauro ne ho trovato uno a 160 euro. Compresa la visita privata, se n'è andata mezza pensione. Se non avessi avuto i soldi, potevo morire. E lo Stato che fa?»
La carenza di attrezzature sanitarie, che spesso sono anche fatiscenti, è una lacuna che grava sui pazienti, ma anche su medici e infermieri che, quotidianamente, con scarsi mezzi a disposizione, tentano di curare chi si rivolge in ospedale. Il personale sanitario è preparato, disponibile, fa il massimo, ma talvolta, purtroppo, non è messo nelle condizioni migliori per svolgere il proprio compito.